Tre milioni in auto di lusso e conti esteri
Ma i soldi dovevano salvare posti di lavoro

Scandalo Whirlpool: quattro comaschi accusati di bancarotta fraudolenta Dovevano salvare l’azienda di oltre 400 dipendenti, si sarebbero auto-pagati consulenze d’oro

Quei 12,6 milioni di euro versati, tra luglio 2018 e dicembre 2019, su un conto corrente della filiale del Crèdit Agricol di Tavernerio dovevano servire per salvare gli oltre 400 posti di lavoro della ex Embraco (azienda che lavorava prevalentemente per il gruppo Whirlpool). Invece sono scomparsi nel nulla e una parte di quel denaro, 3 milioni secondo la Procura di Torino, sarebbe finita su conti correnti esteri o utilizzata per l’acquisto d auto di lusso e per il pagamento di consulenze d’oro.

L’accusa

La Guardia di finanza di Torino ha fatto perquisizioni e sequestri a carico di cinque persone finite sotto inchiesta con l’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta. Quattro di loro sono comaschi. Si tratta degli imprenditori Gaetano Di Bari, 76 anni di Como, con casa a Lora, dei figli Luigi e Alessandra Di Bari, 48 anni di Lipomo il primo, 42 anni di Como (ma domiciliata a Tavernerio) la seconda, e il marito della figlia di Di Bari Carlo Noseda, 42 anni di Tavernerio.

Sotto inchiesta anche un cittadino di Tel Aviv, Ronen Goldstein, legato a una società israeliana socia di una srl di Orsenigo riconducibile ad Alessandra Di Bari, che avrebbe ricevuto quasi 1,4 milioni di euro dalla Ventures srl, la nuovissima realtà creata dai Di Bari proprio per gestire l’ex Embraco di Riva di Chieri (Torino).

La storia, in sintesi, è questa. A fine 2017 la Embraco, società brasiliana con commesse milionarie con la Whirlpool, decide di delocalizzare in Slovenia e dire addio all’Italia, lasciando in mezzo a una strada oltre 400 dipendenti. Si muove il ministero dello Sviluppo economico e la ricerca di imprenditori disposti a rilevare il ramo d’azienda porta, a fine aprile, a un accordo tra Embraco e la Ventures srl presieduta da Gaetano di Bari e amministrata anche dai figli. In base a quell’accordo Embraco accetta di versare un contributo pari a 49mila euro per ogni dipendente trasferito nella Ventures per una cifra complessiva attorno ai 20 milioni di euro.

I finanzieri hanno scoperto che dei 12,6 milioni versati sui conti Ventures, al marzo 2020 non rimaneva più nulla (addirittura i saldi risultano negativi). Il primo bonifico di Embraco alla filiale di Tavernerio della Ventures risale al 16 luglio 2018. Due giorni dopo i finanzieri hanno trovato diversi bonifici per il pagamento di fatture di consulenza da parte della stessa Ventures. A chi? A Gaetano Di Bari (che emetterà una seconda fattura l’1 agosto successivo pagata lo stesso giorno per complessivi 250mila euro), a Carlo Noseda per 300mila euro (bonifici anche per lui il 18 luglio e l’1 agosto), a cui si aggiungeranno altri 400mila euro tra febbraio e ottobre 2019, e alla società israeliana riconducibile ad Alessandra di Bari per una cifra di quasi 1,4 milioni di euro (bonifici il 17 luglio e il 2 agosto).

Le auto di lusso

Oltre a ciò i finanzieri hanno intercettato bonifici per oltre 800mila euro a favore della società di Orsenigo di Alessandra Di Bari propedeutici (seconda la Procura) a un aumento di capitale indispensabile per il pagamento della terza tranche di contributi da parte di Embraco. Infine sotto sequestro sono finite anche tre Audi e due Bmw acquistate tra fine agosto e inizio settembre 2018. Sempre con il denaro destinato a salvare i posti di lavoro.

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