Tre nuovi contagi
nel Comasco
«Nessun allarme»

I casi segnalati a Montano Lucino, Turate e Bregnano: le famiglie sono state messe in quarantena

Tre nuovi casi di positività al Coronavirus. Si sono verificati, nel giro di una manciata di ore, a Montano Lucino, Bregnano e Turate e per loro è stato disposto il ricovero in ospedale sotto osservazione. Nessuno, stando alle indiscrezioni, versa in condizioni tali da far temere il peggio.

A Montano Lucino è stato il sindaco Alberto Introzzi ad annunciare il caso, con una nota diffusa via web. «È tutto sotto controllo, i sanitari sono intervenuti prontamente attivando tutti i protocolli stabiliti dal ministero della Salute e dalla Regione Lombardia al fine di contenere le possibilità di contagio», spiega. Ad essere colpito dal virus un uomo di 62 anni, attualmente ricoverato all’ospedale Sant’Anna di Como. La sua famiglia è stata messa in quarantena e pare abbia contratto il virus e pare che la scorsa settimana sia stato in provincia di Bergamo per ragioni di lavoro.

«Non cambia nulla»

Niente panico, nulla cambia rispetto a prima, come sottolinea lo stesso Introzzi: «Invito tutti a mantenere la calma e a collaborare con le autorità sanitarie qualora fosse necessario. Ormai sappiamo che è possibile che accada anche nei nostri paesi, un po’ eravamo preparati. Invito tutti a rispettare con attenzione le raccomandazioni. Al nostro concittadino e alla sua famiglia esprimiamo vicinanza da parte di tutta l’Amministrazione comunale e di tutta la comunità e facciamo tanti auguri di buona guarigione».

La gente si fa mille domande e chiede cosa deve fare per sapere se ha avuto contatti con la persona malata, il sindaco raccomanda calma: «Serve un atteggiamento responsabile e di rispetto per quella famiglia, è capitato a quella persona, potrebbe capitare ad altri, non fa certamente piacere essere bersagliati da telefonate, come è accaduto. Cerchiamo di vivere con tranquillità, responsabilità e fiducia nelle istituzioni che non sono tanto il sindaco, ma gli operatori Ats, i medici, gli infermieri, gli operatori del 112 che sono in prima linea e rischiano certo più di noi, quindi, atteggiamento responsabile e maturità, questo si chiede alla gente. Solo in questo modo possiamo affrontare e superare questo momento, sostenendoci e non allarmandoci e facendoci prendere dall’isteria».

Anche a Bregnano, come detto, ad essere stato contagiato è un uomo di 73 anni che, anche in questo caso, è stato ricoverato nel reparto di malattie infettive del Sant’Anna, dove viene sottoposto ai trattamenti di routine. La moglie, in questo caso, è stata posta in regime di quarantena.

Annunci via web

A Turate il terzo caso delle ultime ore e, anche in questo caso, è stato il Comune a informare la popolazione. «Ats Insubria ha comunicato la positività al tampone del Coronavirus di un paziente residente a Turate. Il personale sanitario dell’Ats si è mosso prontamente per far fronte alla situazione, seguendo quanto previsto dal protocollo, sia per il paziente, che per i familiari conviventi, che per le frequentazioni del paziente».

Ad essere contagiato è un uomo di 69 anni che, secondo le indiscrezioni, ha avuto un malore nella serata di sabato, probabilmente per altre ragioni. Durante i controlli del caso, è tuttavia risultato positivo al tampone del Coronavirus, ed ora si trova ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Busto Arsizio. Nessun commento, anche in questo caso, da parte del nosocomio. L’origine del virus, anche in questo caso, pare sia riconducibile ad una visita effettuata qualche tempo fa in provincia di Bergamo. E’ stata ovviamente disposta la quarantena per i familiari ed anche il medico di base che lo ha indirizzato all’ospedale ha fatto la stessa scelta.

«Questa situazione ci deve rendere consci della portata e della vicinanza del problema e deve essere da stimolo per affrontarlo con maggior consapevolezza – dice ancora il Comune - richiamiamo tutta la popolazione all’osservanza delle misure di prevenzione minime. Contiamo sulla massima collaborazione di tutti i cittadini per il bene della comunità e dei nostri familiari». n 
Paola Mascolon 
Gianluigi Saibene

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