Arte tessile comasca: «La forza creativa supera gli algoritmi»

La rassegna Comocrea a Villa Erba, Stuart Sartori: «Dobbiamo tutelare il nostro lavoro. È uno strumento che crea ricchezza per tutta la filiera»

Como deve puntare sui nostri artisti tessili riconosciuti in tutto il mondo per mantenere una tradizione unica e non sparire dal mercato: questo il mantra dei designer comaschi che partecipano alla 72esima edizione di Comocrea Textile Design show al Centro internazionale esposizione e congressi di Villa Erba a Cernobbio.

Presenti con le nuove collezioni autunno-inverno 2025-26, quattordici studi a rappresentare la creatività del distretto, sempre numerosa la compagine inglese con dieci studi.

In aggiunta due studi francesi, uno tedesco, uno studio svizzero, uno portoghese ed uno studio australiano. Tema focale di questo primo appuntamento 2024 lanciato dal presidente della fiera Stuart Sartori “La creatività umana non ha eguali”. «È un messaggio per i converter e i produttori della nostra filiera a tutelare il nostro mestiere creatore di valore nell’intera catena di fornitura. Qualcuno pensa infatti che in futuro tutto possa venire generato da una macchina, schiacciando un bottone».

«Certo l’Intelligenza artificiale sta trasformando il mondo della moda, ma la tecnologia in rapida crescita non potrà mai sostituire la “creatività biologica” - dichiara Lucia Boggia, titolare dell’omonimo studio di Como -. I nostri clienti che operano nel mercato del lusso ci chiedono se ci avvaliamo di questo strumento in grado di raccogliere un’infinità di immagini che non può però assicurare come il lavoro umano contenuti originali, esclusivi e coperti dal diritto di autore».

Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Casarotti di Blue studio di Como.

«L’Intelligenza artificiale non può sostituire quel tocco magico che distingue i prodotti generati dalla testa, dalle mani e dal cuore dei nostri creativi. Prodotti con un’anima, simbolo del made in Italy. La nostra collezione è tutta hand made con tecniche varie: motivi acquarellati, realizzati con pittura a getto o altre tecniche. L’Intelligenza artificiale è invece già sfruttata per accelerare il tempo necessario affinché un disegno passi da un primo schizzo alla passerella. È un punto di forza per la capacità di presentare “tutte le possibili combinazioni” di una fantasia applicata su un abito, un costume da bagno, un accessorio, un oggetto d’arredo, cosa impossibile nell’attuale processo di progettazione.

La moda è poi intrinsecamente legata alle tendenze; e l’Intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui i marchi anticipano e capitalizzano l’evoluzione dei gusti della moda.

Bibi Ronchi, nota consulente tessile, ricercatrice di trend e titolare dello Studio creativo Chiron, sottolinea: «Certo il software è capace di analizzare enormi quantità di dati, ricavando informazioni da varie fonti come piattaforme di social media, blog di moda, siti di vendita al dettaglio online ed eventi di moda globali. L’analisi - prosegue Bibi Ronchi - dei dati si estende a una serie di elementi, tra cui schemi di colori, scelte di tessuti ma è limitata alle collezioni in essere. Se chiedi le traettorie di stile al di là di una stagione ti risponde che non è capace di predire il futuro. Per questo, restano fondamentali la cultura, l’esperienza,e le competenze e la creatività dell’uomo».

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