Attivata la piattaforma dopo l’addio al “reddito”: «A Como zero richieste»

Lavoro Sul Lario 232 in hanno appena perso il sussidio. C’è un nuovo supporto per orientamento e formazione: «Ma nei primi due giorni non sono arrivate domande»

Nessuna richiesta in tutta la provincia di Como per essere ammessi al Siisl, nuovo sistema che aiuta a formarsi per trovare lavoro chi ha perso il diritto al reddito di cittadinanza. In provincia di Como 232, tra persone singole e famiglie, hanno perso il sostegno economico e possono essere interessati dalla nuova misura. Per ora l’invito è caduto nel vuoto, forse anche perché in Lombardia la norma è già superata nella logica e nella prassi dal programma di inclusione al lavoro “Gol”, che può contare su quasi 100 milioni in tre anni per formare e riqualificare quasi 300mila persone, 5.700 solo in provincia di Como.

Come funziona

«È stata ridotta la platea dei beneficiari del reddito, tuttavia i cosiddetti “occupabili”, tra i 18 e 59 anni e con un valore dell’Isee familiare non superiore a 6.000 euro annui, dal 1° settembre 2023 possono chiedere di accedere al supporto per la formazione e il lavoro – sintetizza Umberto Ballabio alla guida del Centro per l’impiego di Como - La partecipazione a progetti di formazione, qualificazione professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro, compresi il servizio civile universale e i progetti utili alla collettività, garantirà agli interessati una indennità di partecipazione mensile di 350 euro, entro un limite massimo di 12 mensilità».

Eppure, per ora, zero domande. E sono state poche anche a livello nazionale, solo 8mila. «Continueremo a gestire i beneficiari di assegno di inclusione ma anche a garantire, a coloro che non percepiscono il sussidio, l’accompagnamento formativo e lavorativo – aggiunge Ballabio - Lo strumento utilizzato in questi mesi e che continueremo ad utilizzare è Gol, inoltre continuerà la proficua collaborazione con la rete territoriale creata dal settore Lavoro nel corso degli ultimi anni. Rete che ci permette di lavorare in sinergia con i servizi sociali, i Sil, gli enti accreditati al lavoro e alla formazione e non solo». Insomma in provincia c’è un lavoro in corso da maggio 2022 per la formazione delle persone che possono lavorare, disoccupati e percettori di reddito, che si avvale di fondi regionali che a loro volta discendono dal Pnrr.

La situazione

«In provincia di Como il problema è capovolto – nota Ilenia Brenna, direttrice Enaip di Cantù – Abbiamo corsi di formazione che corrispondono alle necessità delle nostre imprese, alcuni anche di 150 ore che permettono una buona riqualificazione, ma pochi sono interessati a questa opportunità».

Intanto i patronati si stanno preparando. «Abbiamo provato la piattaforma, ma non ci sono state richieste – osserva Giovanna Tettamanti, direttore provinciale patronato Inas Cisl di Como – sono le persone che devono proporsi. In tanti ad agosto hanno chiesto informazioni, ma non ci aspettiamo numeri importanti perché i fragili, le famiglie numerose e con persone disabili sono escluse dalla nuova riforma del reddito».

La revisione della norma sembra pensata più per le regioni ad alta densità di percettori di reddito che per la Lombardia. «Però nella nostra provincia il costo della vita è molto più alto. Porre la soglia di Isee a 6mila euro e dare un contributo di 350 euro non è adeguato - conclude Sandro Estelli per Cgil Como – perché esclude dai beneficiari un’ampia parte di famiglie a basso reddito che sono in difficoltà. Lascia poi perplessi la norma che richiede ai percettori del reddito di fare domanda di lavoro a tre agenzie interinali. Lo Stato chiede di rivolgersi al privato per percorsi di inclusione lavorativa di cui possono occuparsi i Centri per l’impiego».

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