Chiusura Henkel
«Un colpo al cuore
del nostro paese»

L’impatto sul territorio dello stop allo stabilimento. «Decisione inaccettabile,soprattutto in questa fase»

«Siamo cresciuti con Henkel - Giovanni Rusconi, sindaco di Lomazzo, valuta l’impatto sociale della decisione di chiudere lo stabilimento nel centro del paese - il sito produttivo si è insediato nel 1933 e fa parte della nostra realtà. La scelta dei vertici della multinazionale di chiudere in tempi così rapidi è stata una sorpresa, resa ancor più inaccettabile perché non c’erano segnali che potessero far presagire una decisione che avrebbe pesanti ripercussioni per 150 famiglie in un momento di sofferenza generale. A Lomazzo ci sono aziende che dovrebbero ridurre il personale ma non licenziano non solo per lo stop, ma per rispetto alle persone in un periodo di pandemia dove il ricollocamento è difficile».

La chiusura a giugno 2021 dello stabilimento Henkel di Lomazzo è stata decisa dal gruppo tedesco e confermata dalla dirigenza italiana, nonostante le due giornate di sciopero dei lavoratori coinvolti, la solidarietà di altri poli produttivi italiani e dell’intero comparto chimico della provincia, delle forze politiche, l’interessamento del Consiglio regionale ulteriormente sollecitato dal consigliere Andrea Monti, l’interrogazione presentata alla Commissione europea dall’onorevole Lancini, l’appoggio del senatore Alessio Butti e la voce di Andrea Polichetti, prefetto di Como che mercoledì ha convocato i vertici italiani dell’azienda. Sua la richiesta di «valutare favorevolmente la possibilità di differire ogni decisione sul futuro dello stabilimento di Lomazzo successivamente alla conclusione dell’attuale fase di pandemia».

All’incontro era presente il sindaco di Lomazzo, che il giorno prima aveva incontrato gli stessi dirigenti presso gli uffici comunali, Luca Facheris, presidente di Henkel Italia Operations e il direttore di produzione dello stabilimento di Lomazzo. In entrambe le occasioni «hanno confermato la loro decisione di chiudere il 30 giugno di quest’anno e sembra che per loro sia una data consolidata». Molto amareggiati e stupiti sia il prefetto che il sindaco per la scelta precipitosa.

«In un momento in cui il ricollocamento è difficile, non è ammissibile chiudere uno stabilimento dove lavorano persone non prossime alla persone - continua il sindaco Giovanni Rusconi - ma nel pieno dell’età lavorativa, di 40 o 50 anni, con famiglie, figli, con mutui per la casa da terminare. Inaccettabile che una azienda come la Henkel dia più importanza al portafoglio che alla responsabilità sociale».

Intanto si stanno sollecitando tutti i livelli istituzionali. «Ho informato Guido Guidesi, assessore regionale allo Sviluppo economico, che convocherà la dirigenza per un tavolo di confronto ed è al corrente il ministro Giancarlo Giorgetti. Aspettiamo anche risposta all’interrogazione posta alla Commissione europea. A giorni avremo documenti sui quali ci si potrà confrontare».

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