Como piena di turisti ma senza i taxi. Il Comune vuole una svolta

Trasporto pubblico Incontri tra il sindaco e i tassisti. Rapinese chiede: «Collaborazione, ma interventi immediati». Dall’associazione apertura sull’ampliamento delle auto (oggi sono 45): «Occorre riorganizzare anche i turni»

Il servizio fa acqua e si moltiplicano le proteste. Turisti, albergatori, ristoratori. Ma anche tanti residenti, anziani soprattutto.

Si stima che potrebbero essere necessarie, a Como, dieci licenze di taxi in più, oltre alle 45 attuali. È quanto emerso nell’incontro in Comune tra l’assessore alle Attività economica Michele Cappelletti e Alberto Tabacco con Matteo Petrini, rispettivamente presidente e vice di Cna Fita Taxi Lario Brianza. L’ipotesi è di una riorganizzazione del settore taxi inteso come servizio pubblico soprattutto a disposizione della città. La competenza sulle licenze è regionale, ma sono i sindaci che possono chiedere un eventuale incremento delle licenze.

L’incontro

L’incontro è stato preceduto da una riunione da remoto con il sindaco Alessandro Rapinese, aperta a tutti i taxisti della città, e partecipata da una decina in rappresentanza del gruppo. Tavolo allargato per capire un problema complesso che riguarda il settore taxi ma investe il tema dei servizi pubblici di tutto il territorio, la viabilità, le relazioni con i privati e anche l’impatto di un turismo ancora molto concentrato in alcuni mesi dell’anno.Oggi il lago assorbe una parte consistente delle corse delle auto di Como perché troppi comuni del primo bacino e del centro lago non hanno o hanno in misura insufficiente delle licenze taxi.

È vero che molti alberghi si sono organizzati con auto dedicate agli ospiti, ma non bastano e a volte non hanno la flessibilità di un servizio su chiamata.

«Le cose dovranno cambiare» secondo Rapinese

Le cose, ad ogni modo, dovranno cambiare. A dirlo è il sindaco: «Entro il 5 agosto - chiarisce - abbiamo chiesto di avere le loro osservazioni in modo poi da agire rapidamente. Collaborazione, quindi, per ascoltare i tassisti sia informa singola che tramite le associazioni di categoria, per fare sintesi. Ma il problema va risolto a brevissimo». Rapinese parla di più licenze, di una licenza “neutra” (che serve qualora un mezzo sia incidentato e fermo) e dei mezzi per disabili. «L’obiettivo sarà quello di avere a offrire il trasporto disabili su tre turni, ma almeno uno nell’immediato».

Gli scioperi di inizio luglio

Rientrata invece, per il momento, l’emergenza che aveva provocato lo sciopero del 5 e 6 luglio scorsi per lo stralcio dei taxi dal decreto che riguarda la concorrenza, resta però la necessità di un servizio da regolare sulla nuova realtà comasca e provinciale.

«Non è solo questione di aumentare le licenze, ma soprattutto un problema di organizzazione dei turni, degli orari che se ben concertati riescono meglio a soddisfare le richieste - sostiene Alberto Tabacco - inoltre è da rivedere completamente tutto il servizio in modo organico cosa che, in 35 anni, non è mai stata fatta».

Ora gli interlocutori ci sono, la disponibilità dell’amministrazione c’è ed è stato chiesto a chiunque dei tassisti di scrivere una email in modo da definire i contorni del problema e farsi trovare pronti alla prossima stagione con uno sguardo globale ai temi dei flussi turistici e della sostenibilità del territorio.

Le lamentele

Caustica una signora romana accompagnata alla stazione San Giovanni: «Pensavo di rilassarmi un fine settimana sul famoso Lago di Como - ha raccontato a Petrini - invece è stato uno stress: fila per prendere il battello, in piedi il tragitto verso Bellagio e poi ancora fila al ristorante. Adesso speriamo bene per i treni».

Serve quindi un pensiero complessivo sui trasporti, ma anche sul sistema taxi qualcosa va aggiornato «per esempio al momento a Como non c’è e non c’è mai stata un’auto attrezzata per il trasporto disabili - spiega Petrini - noi naturalmente offriamo il servizio e c’è l’obbligo di trasportare anche i cani guida, ma a volte ci sono persone con carrozzine speciali che necessitano di un’auto dedicata, che purtroppo ancora non possiamo offrire».

Resta la difficoltà quotidiana di chi fa la spesa a Camerlata e poi non riesce a tornare a casa oppure di chi deve andare a San Fermo per una visita e non può usare altri mezzi. Le ragioni sono varie come varie le difficoltà di molti. Ma i servizi sono assorbiti da una preponderante richiesta turistica che cannibalizza anche se stessa. Perché se, per esempio, da Bellagio c’è qualcuno che la sera deve andare a Como, una macchina resta occupata per un’ora lasciando a piedi 3 o 4 chiamate di rientro dai ristoranti dei dintorni. Tutto questo al netto di lavori e traffico privato che congestionano le strade.

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