«Lariofiere, sfida vinta: la ripresa c’è»

Bilanci Ieri l’analisi del presidente Fabio Dadati a conclusione del secondo mandato alla guida del polo espositivo

Erba

«La sfida era rimettere in carreggiata Lariofiere. Oggi, possiamo dire che la traiettoria è quella giusta: utile, investimenti, struttura organizzata». Con queste parole, Fabio Dadati ha chiuso, ieri mattina, il suo secondo e ultimo mandato alla guida del centro espositivo di Erba, consegnando alla stampa un bilancio in netto miglioramento dopo sei anni di presidenza.

La fase Covid e la svolta

La stessa giornata ha visto l’insediamento del nuovo consiglio direttivo: al vertice, Marco Galimberti, imprenditore tessile alla guida della Gemm Filati di Orsenigo ed ex presidente di Confartigianato Como, indicato dalla Camera di commercio Como-Lecco. Accanto a lui, in qualità di vicepresidente, Patrizio Musitelli, bergamasco, assessore della Comunità Montana della Val Brembana e direttore del Gal locale. Completano il consiglio Giovanni Ciceri, volto storico di Lariofiere, e i lecchesi Angelo Belgeri – vicepresidente di Confcommercio Lecco e presidente del Fondo di Garanzia – e Giulio Dozio.

Quando Dadati ha assunto la presidenza nel 2019, Lariofiere era in rosso cronico, con perdite medie attorno ai 180mila euro annui. Poi è arrivata la pandemia. «Il Covid ha segnato un’interruzione violenta, ma dal 2022 abbiamo lavorato per riportare ordine nei conti», ha spiegato. I numeri oggi raccontano una ripartenza solida: 10mila euro di utile nel 2023, saliti a 33mila nel 2024, con una semestrale 2025 che segna un +5% nei ricavi e un miglioramento del 105% nel risultato operativo. Le previsioni di bilancio parlano di 150mila euro di utile ante imposte entro fine anno, pari a un +224% rispetto all’anno precedente, accompagnati da un ulteriore calo dei costi e da un +8% nei ricavi netti.

Riorganizzazione vincente

Il rilancio è passato anche da una revisione radicale nella gestione dei servizi accessori. «Siamo passati da 50mila a 550mila euro di incassi annui su food e parcheggi – ha sottolineato – grazie alla gestione interna, che ha permesso di generare valore reale». La struttura organizzativa è stata potenziata: nuove assunzioni, job description chiare, responsabilità suddivise per area (commerciale, tecnica, comunicazione), e dal febbraio scorso, una riorganizzazione gestionale avviata con la fine della collaborazione con il direttore Silvio Oldani. «Non abbiamo nominato un nuovo direttore: la scelta spetterà al mio successore. Intanto, abbiamo risparmiato circa 75mila euro, affidando la regia operativa a una squadra interna guidata dal vicedirettore Fabrizio Genovese, con referenti dedicati per le varie funzioni».

Un solo rammarico

Durante l’emergenza sanitaria, Lariofiere ha conosciuto una trasformazione inedita: da hub vaccinale ad area logistica per la Protezione Civile, fino all’inserimento nel sistema regionale per la gestione delle calamità. Sul piano fieristico, il centro ha consolidato gli eventi storici e attratto nuovi format, affidandosi alla consulenza di professionisti con esperienza in Fiera Milano, Bologna e Torino.

«Il comparto fieristico sta attraversando un momento difficile, ma Lariofiere regge. Fornitore Offresi Meccanico vale da solo quasi un terzo del fatturato, mentre Artigianato può ancora crescere». Tra le direttrici future, Dadati auspica l’allargamento della base sociale, anche se resta il rammarico per non essere riuscito a coinvolgere le Camere di commercio di Sondrio e Monza Brianza: «Sono territori senza poli espositivi dove Lariofiere potrebbe offrire un’alternativa valida a realtà come Malpensa Fiere o la fiera di Bergamo».

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