Parrucchieri ed estetisti
«Centri sicuri,
chiuderli non ha senso»

Anche a Como operatori preoccupati per le possibili restrizioni alle loro attività

Hanno compiuto mille sforzi per la sicurezza e ancora sono pronti ad affrontarne. Ma a un patto: «Adesso non chiudeteci».

Sono parrucchieri ed estetisti, allarmati perché ogni volta che si paventano nuovi provvedimenti di fronte al rialzo dei contagi, il nome della categoria esce tra quelle che possono essere bloccate. Sempre nel mirino, come da loro si fossero verificati chissà quali allarmi. E a loro, dopo tanti investimenti e sacrifici, non va giù. Anche l’eventuale coprifuoco crea apprensione a molti: dipende dall’orario, certo, se alle nove di sera potrebbe essere tollerato nonostante l’ampliamento del servizio spalmato fino a sera per evitare troppi affollamenti, alle sei di sera rappresenterebbe una sciagura.

Elisabetta Maccioni, presidente della categoria benessere di Confartigianato, lo sottolinea: «Sì, se fosse alle 18 guai, se invece alle 21 per noi potrebbe andare, nel senso che tutti devono fare la propria parte, affrontare altri sacrifici va bene… però non ce ne chiedano continuamente, per poi dirci di chiudere. Questo no». Ridurre ancora di più l’orario sarebbe un controsenso, perché le ore diluite servono appunto per non creare concentrazione di persone: «Noi stiamo già ricevendo le prenotazioni degli appuntamenti per dicembre, che per noi è un mese fondamentale con le feste». Già l’atmosfera è pesante e il Covid grava su tutti i discorsi «Almeno ci lascino lavorare, abbiamo fatto di tutto per la salvaguardia delle persone. Rispettato tutte le norme e molti hanno aggiunto di più. Ora si ragioni sui numeri concreti e non ci facciano fare la fine dei nostri colleghi ristoratori, che hanno investito tanto e poi la sera sono stati costretti a chiudere, ripeto».

È questo lo spauracchio: tante spese vanificate. In un periodo poi che è fondamentale per questo tipo di attività, già bloccate più a lungo di altre la scorsa primavera.

Anche Nadia Galli, presidente della categoria per la Cna del Lario e della Brianza, non nasconde l’amarezza: «Il coprifuoco per noi sarebbe una mazzata se fosse alle sei poi. Tante vengono dopo il lavoro, com’è possibile così?».

Non si capisce dove ci sarebbe il pericolo nei centri estetici ad esempio: «Un conto è nei negozi dove entrano più persone, da noi c’è il rapporto numerico un’estetista una cliente e su appuntamento, una sola persona in sala d’aspetto. Non c’è alcun pericolo di assembramento nelle nostre attività».n 
M. Lua.

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