“Proposte”, l’avviso del Fuorisalone. «Si può vivere anche senza la fiera»

La polemica L’imprenditore Davide Carlucci (Tecnofinish) replica ai vertici della rassegna. «Inaccettabile l’accusa di essere dei “parassiti”. E si faccia chiarezza sui criteri di accesso»

Se “Proposte” sta preparando le valigie e minaccia di lasciare la storica sede di Villa Erba, anche tra le aziende del cosiddetto Fuorisalone cresce il malcontento e il disagio per le accuse ricevute dal presidente della rassegna tessile, Alessandro Tessuto.

Molti borbottano, chi esce allo scoperto è Davide Carlucci, fondatore e titolare della Tecnofinish di Cantù, azienda specializzata nel finissaggio dei tessuti per l’arredo che ha identificato in esclusività, innovazione e sostenibilità i fattori chiave del business. Tecnofinish, per la prima volta, ha deciso di affittare uno spazio espositivo nel centro di Cernobbio dove trasformerà il cortile in un “giardino incantato” attraverso un allestimento utilizzando la carta da parati.

«Trovo inaccettabile sentirmi dare del parassita dal vertice della rassegna quando la stessa azienda del presidente è presente a Parigi a Deco Off, ovvero il fuorifiera di Maison Objects - dice Carlucci - anziché lanciare accuse così pesanti ciò su cui “Proposte” dovrebbe invece ragionare è fare una buona volta chiarezza garantendo criteri di accesso alla rassegna trasparenti e basati sulla meritocrazia; ci sono aziende in attesa di entrare da anni, altre ancora vengono sistematicamente ostracizzate per motivazioni non chiare».

Nel merito Carlucci sottolinea il valore del circuito fuorifiera, ormai una costante in tutte le principali manifestazioni espositive. «Non è affatto una questione di costi - spiega - gran parte degli spazi del fuorisalone hanno un prezzo di affitto notevolmente superiore a quello di uno stand all’interno della fiera. Le aziende privilegiano il “fuori” per la maggiore flessibilità rispetto al grigiore degli spazi nei padiglioni e per la possibilità di offrire un contesto più ricco ai visitatori in termini di servizi. Proposte se ne andrà da Cernobbio? Non mi stupirei se le aziende del fuorisalone creassero un’associazione e promuovessero una rassegna autonoma, è la piacevolezza di Cernobbio e del Lago di Como a determinare il successo di Proposte e non certo il contrario».

Como noto ciò che “Proposte” mal digerisce non è tanto il fuorisalone in sé, quanto piuttosto che molti spazi espositivi in paese “brucino” i tempi anticipando di uno o due giorni l’inizio ufficiale della fiera. È su questa circostanza che Tessuto ha formulato l’accusa di concorrenza sleale nei confronti del fuorisalone ed è principalmente su questo che il Comune di Cernobbio concentrerà l’azione della polizia locale.

I controlli

Un’azione che - perlomeno secondo la fiera - ha le armi spuntate perché sono carenti i presupposti normativi di un’efficace intervento sanzionatorio. Anche a corredo di questa edizione, ormai dietro l’angolo, il Comune ha definito un piano articolato di controlli, a fronte anche delle (circa) 80 richieste giunte proprio per gli spazi a corredo del fuorisalone. Il sindaco Monti ha dato indicazioni di monitorare che non si verifichi l’apertura anticipata degli spazi esterni a Villa Erba. Nonostante ciò le contromisure restano deboli soprattutto per il fatto che se alla polizia locale spetteranno i verbali ispettivi, le sanzioni vere e proprie toccheranno poi a Regione Lombardia.

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