Economia / Olgiate e Bassa Comasca
Giovedì 04 Dicembre 2025
Sciopero e presidio. «La Bavelloni non deve chiudere»
Bavelloni, azienda del gruppo Biesse, ha comunicato ai sindacati il licenziamento collettivo: 54 esuberi su 92 addetti , di cui 22 nella sede di Bregnano
Bregnano
Bavelloni, azienda del gruppo Biesse, ha comunicato ai sindacati l’avvio a gennaio della procedura di licenziamento collettivo: 54 esuberi su 92 addetti complessivi, di cui 22 esuberi nella sede di Bregnano e 32 in quella di Lentate sul Seveso. La chiusura del sito comasco comporterebbe il trasferimento della produzione di utensili verso altri stabilimenti del gruppo, con uscita effettiva dei lavoratori prevista da aprile, al termine dei 70 giorni di procedura. Lo riferisce Luca Conti, segretario generale Fiom Cgil di Como, durante il presidio che ha accompagnato, ieri e martedì, i due giorni di sciopero consecutivi di otto ore, ieri con presidio dalle 8 alle 12.30. Presente anche la segretarie provinciale del Pd Carla Gaiani.
«L’azienda - spiega Conti - ci ha confermato l’intenzione di chiudere completamente il polo produttivo di Bregnano per spostare le lavorazioni nel polo di Lugo di Romagna, analogo per dimensioni e produzioni. Eppure a Bregnano gli ordini ci sono, non si tratta quindi di una scelta industriale, ma puramente finanziaria». L’incontro con l’azienda è avvenuto il 1° dicembre e la decisione presa dei vertici è stata in parte inaspettata per gli operatori della produzione, visto appunto che il lavoro proseguiva e con visibilità nel tempo. Per questo è stato indetto uno sciopero che ha avuto la quasi totalità di adesioni il 2 dicembre, replicato poi ieri con un presidio a Bregnano, molto partecipato. La decisione arriva mentre l’ammortizzatore sociale è in vigore. «È ancora attivo il contratto di solidarietà fino al 31 dicembre. L’accordo prevedeva la possibilità di uscite che accettano il licenziamento con 12 mensilità. Alcuni lavoratori stanno valutando di farsi avanti per utilizzare la clausola, vista l’incertezza», spiega Conti.
La Fiom contesta anche il mancato riconoscimento del bonus welfare di 800 euro, erogato dal Gruppo Biesse a tutti i dipendenti con l’esclusione dei dipendenti Bavelloni. La mobilitazione proseguirà anche nei prossimi giorni. «Siamo determinati a chiedere che la produzione resti sul territorio», conclude Conti.
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