Suominen Nonwovens di Mozzate, ora è ufficiale: 57 licenziamenti. I 30 impiegati restano al loro posto

La vertenza I tagli interessano gli addetti in produzione, non confermati 2 contratti a termine. I sindacati minacciano di impedire l’ingresso in fabbrica: «Un risposta entro il 30 gennaio»

Cinquantasette licenziamenti, su 92 dipendenti, e 2 assunzioni a tempo determinato non saranno rinnovate. Suominen, multinazionale finlandese, ha avviato ieri la procedura di licenziamento dei lavoratori dello stabilimento Nonwovens in via al Corbè.

I 30 impiegati restano al loro posto, tranne uno assunto a tempo determinato, mentre dei 62 addetti alla produzione è confermato solo qualche capo, come il responsabile della Manutenzione, gli altri sono tutti licenziati compreso un addetto alle pulizie assunto con contratto a termine.

Nel documento, sette pagine, la multinazionale produttrice di tessuto non tessuto ribadisce le motivazioni della chiusura della produzione a giugno: caro energia, la concorrenza di Cina e Turchia e l’inadeguatezza dei macchinari dello stabilimento Comasco a un prodotto ecocompatibile.

La trattativa

Ora si aprono le trattative che proseguiranno 45 giorni, se al termine non si raggiungerà un accordo, entrerà in gioco Regione Lombardia per i 30 giorni successivi. Intanto il 2 febbraio alle 9.30 le parti s’incontreranno, da stabilire se a Mozzate o da Confindustria a Como com’era stato il 12 gennaio. Lunedì 30 gennaio invece scadrà l’accordo tra sindacati, Rsu e Azienda: pagamento dello stipendio base a tutti i lavoratori, in fabbrica non si deve muovere nulla e entrano solo gli impiegati.

Antonio Ferrari sindacalista Cobas: «Se entro il 30 gennaio non riceveremo una risposta concreta alla richiesta di mantenere i posti di lavoro o di ridurre i licenziamenti, dal 31 gennaio potremmo impedire anche agli impiegati di entrare nello stabilimento». Ferrari si rivolge proprio a loro: «Adesso mantengono il posto, ma questo sito non può stare in piedi con i soli addetti all’ufficio, in futuro ci sarà altro: trasferimenti (a Cressa in provincia di Novara c’è un altro stabilimento Suominen) o saranno lasciati a casa. Dobbiamo restare uniti ora».

Il rappresentante Cobas contesta anche la presunta non idoneità degli impianti ad una produzione green: «L’Azienda continua a scrivere che i macchinari di Mozzate non sono adeguati a una produzione ecocompatibile, ma non è così». Ferma poi l’intenzione di proseguire il presidio anche oltre i confini di Mozzate davanti alla sede di Regione Lombardia o dell’ambasciata finlandese. Domenica prossima invece i lavoratori potrebbero pranzare tutti insieme in strada, davanti ai cancelli della fabbrica, per dimostrare alla proprietà che sono uniti e non gettano la spugna.

Le istituzioni

Intanto si allarga il sostegno delle istituzioni alla protesta. Il sindaco di Mozzate, Luigi Monza, ha in programma per martedì 31 gennaio un incontro in municipio, da stabilire se al pomeriggio o alla sera, dove i lavoratori saranno ascoltati anche dai primi cittadini di Limido Comasco, Carbonate, Locate Varesino. «È stato informato anche il sindaco di Cislago – sottolinea Monza - Ci sono poi contatti in corso con esponenti politici nazionali». Si tratta dei leghisti Alessandra Locatelli, ministro per le disabilità, e Nicola Molteni, sottosegretario di Stato all’Interno, della deputata Chiara Braga del Pd e del senatore Alessio Butti di Fratelli d’Italia.

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