Svolta Suominen, raggiunto l’accordo. Buonuscita ma niente ricollocazione

La vertenza Intesa trovata sulla buonuscita (da 13 a 21 mensilità) per i 57 lavoratori, solo due hanno votato no. A Mozzate resta in attività la parte uffici e finisce il presidio della fabbrica. Tre persone ricollocate in Piemonte

Raggiunto l’accordo tra azienda e lavoratori: non sarà attivata la cassa integrazione straordinaria, ma ci sarà soltanto l’accompagnamento all’uscita da un minimo di 13 a un massimo di 21 mensilità.

Si chiude così, dopo tre mesi di presidio, la vicenda dello stabilimento Nonwovens-Suominen di via al Corbè: 54 lavoratori licenziati dalla multinazionale finlandese produttrice di tessuto non tessuto.

L’accordo è stato sottoscritto nel pomeriggio di ieri in Regione dai sindacati, Cobas, Cgil e Cisl, dai rappresentanti delle Rsu, dai portavoce della multinazionale, da Confindustria Como. Cosa prevede? Chi ha lavorato in fabbrica sino a 15 anni riceverà 13 mensilità, chi era assunto da 15 anni + 1 giorno sino a 25 anni riceverà 15 mensilità infine chi ha accumulato oltre 25 anni di anzianità riceverà 21 mesi di stipendio. A questa cifra vanno aggiunti 1.000 euro per chi aveva attivato la legge 104, somma che scende a 500 euro per ogni figlio o familiare a carico. Diverso il trattamento per chi è vicino alla pensione: sono previsti 4 mesi d’accompagnamento all’uscita per chi terminerà di lavorare entro fine anno, se il traguardo dell’età pensionabile è più lontano, la Naspi sarà integrata dall’azienda sino al raggiungimento dello stipendio medio percepito durante gli anni di lavoro. Marginale, se non praticamente nulla, è la ricollocazione dei licenziati nel secondo sito italiano di Suominen a Cressa, in provincia di Novara: verranno sposati solo 3.

L’accordo è stato oggetto di una lunga trattativa tra sindacati e azienda, un incontro che si è protratto per 15 ore e mezza tra le 11 di mercoledì 12 alle 2.30 di giovedì 13. A seguire, nel pomeriggio, i sindacati hanno convocato i lavoratori per l’ultima volta in assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento. La maggioranza ha votato a favore della proposta di Suominen, in due si sono detti contrari e tra loro c’è Ignazio Lubrano di Cardano al Campo, da 20 anni era nel reparto Confezione. «Il posto di lavoro non ha prezzo – commenta – Quello che ci offre oggi l’azienda è elemosina. Mi rivolgerò a un avvocato». Domenico Ripani, di Locate Varesino, in Suominen da 30 anni, ha votato a favore, ma non è pienamente d’accordo. «Non trovo corretta la grande disparità sulla buonuscita tra chi era con noi da pochi anni e chi era in azienda da tempo: non sono entrambi lavoratori?».

Le reazioni

Anna Mazza è rappresentante Rsu. Suominen era la sua casa da 36 anni. «Alla fine col soldo ci hanno tappato la bocca – commenta – posto di lavoro niente, cassa niente. Abbiamo dovuto calare le braghe, non avevamo alternative e la Regione ha permesso tutto questo».

Lavoratori dimenticati anche secondo Antonio Ferrari, sindacalista Cobas. «I politici sono scomparsi e Regione si è limitata a fare il mediatore: ci aspettavamo una spinta maggiore». Quindi, rivolgendosi ai lavoratori: «Il merito di quello che abbiamo ottenuto oggi va a voi. Quando chiude una fabbrica, quando le persone vengono licenziate, è una perdita, ma il vostro impegno, il presidio, la presenza davanti al Pirellone hanno portato al risultato di oggi». Ferrari ha ricordato i tre mesi di estenuanti trattative. «L’azienda era disposta a dare solo 6 mesi come accompagnamento all’uscita: oggi siamo arrivati a 21». Anche Valentino Ceriani di Femca-Cisl è deluso dalla politica: «Le istituzioni non ci hanno agevolato in questo lungo percorso. La Regione? È stata una delusione».

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