«A Rosa e Olindo confessioni estorte e suggerite». Ma è vero?

Udienza a Brescia La difesa è tornata ad accusare la Procura di aver “imboccato” Bazzi e Romano. Ma è una tesi smentita dalla verifica degli atti: ecco tutti i particolari che potevano sapere soltanto i killer

La difesa di Rosa Bazzi e Olindo Romano torna su un evergreen: le confessioni dei due coniugi sono state estorte da un lato e di fatto “suggerite” dall’altro dagli inquirenti. I condannati avrebbero confessato perché costretti e messi sotto pressione e avrebbero riferito particolari simili soltanto perché sapevano già cosa aveva detto il coniuge ai magistrati. Ma l’affermazione è vera?

Il 10 gennaio 2007, giornata di confessioni, sia Bazzi che Romano vengono sentiti due volte l’uno con questa sequenza: prima Olindo che non dice nulla, quindi Rosa che confessa addossandosi tutta la colpa, poi il marito che prima si addossa lui la colpa, poi chiarisce i rispettivi ruoli, infine Rosa che chiarisce pure lei i rispettivi ruoli. Prima del loro secondo interrogatorio a lui vengono fatti ascoltare i primi due minuti di confessione di lei (su un’ora), a lei viene letta la prima parte dell’interrogatorio di lui (in cui si addossa la colpa).

Proviamo a mettere in fila alcuni dei dettagli identici e inediti e capire se questi li abbiano saputi l’una dall’altro, li abbiano letti dal provvedimento di fermo o li conoscevano perché sono gli assassini.

1.LE PROVE GENERALI

Entrambi raccontano di come già nelle settimane precedenti avessero tentato di mettere a segno la strage due volte. Lo fanno fornendo particolari uguali (ad esempio che nel primo tentativo sono entrambi rimasti sorpresi dalla velocità con la quale Raffaella sia entrata in casa e si sia chiusa dentro). Il dettaglio non è contenuto nel fermo, viene riferito per primo da Olindo Romano e non c’è nella lettura della prima parte dell’interrogatorio fatta a Rosa Bazzi.

2.I GUANTI

Olindo è più preciso. Rosa più generica. Ma entrambi non solo confermano che indossavano i guanti, ma dicono che quelli usati non erano guanti in plastica o in lattice (lui precisa: in tela). Dettaglio non contenuto nel fermo e riferito per primo da Olindo e non c’è nella lettura fatta a Rosa. C’è un riferimento ai guanti nella rilettura del verbale a Rosa Bazzi, ma non si precisa che i guanti fossero di tela.

3.LE ARMI

Nel loro interrogatorio i due coniugi forniscono una descrizione assolutamente identica delle armi utilizzate e pure di quando e contro chi: un coltello da cucina per Rosa e una spranga per Olindo. Che aveva però anche un coltellino, rimasto in tasca fino all’aggressione ai coniugi Frigerio. Nel provvedimento di fermo si parla solo di un oggetto contundente e di un coltello. Il dettaglio viene riferito per prima da Rosa Bazzi. Non c’è alcun riferimento a questo nei primi 2 minuti di interrogatorio della moglie fatti sentire al marito.

4. LA FINESTRA CHIUSA

Altra circostanza del tutto neutra e del tutto irrilevante, che proprio per questo acquisisce un’enorme importanza, un dettaglio raccontato nella fase dell’interrogatorio in cui cercano entrambi di addossarsi le colpe alleggerendo il coniuge. Tutti e due però descrivono la stessa identica scena (attribuendola a sé): la chiusura delle imposte nella camera da letto di Raffaella quando viene appiccato l’incendio (particolare confermato dalle foto dei vigili del fuoco). Non vi è riferimento nel provvedimento di fermo; viene riferito per primo da Rosa Bazzi, non c’è alcun riferimento a questo nei primi 2 minuti di interrogatorio della moglie fatti sentire al marito.

5.L’INCENDIO

Anche qui le foto confortano la precisione del ricordo di entrambi i coniugi. Nel momento in cui entrambi indicano lo stesso identico punto della casa Castagna (la libreria all’ingresso del corridoio) dal quale vengono prelevati gli stessi oggetti (libri) utilizzati per dar fuoco alla camera di Raffaella. Nel fermo si parla dei due focolai nelle due camere, ma nulla si scrive dei libri presi dalle mensole e gettati sul letto. La prima a parlare dell’incendio e dei punti di innesco è Rosa Bazzi. Il primo a parlare dei libri prelevati dalle mensole e gettati sul letto è Olindo Romano. Nella lettura del verbale di Olindo alla moglie si parlerà dei punti di innesco (già rivelati da lei) e dell’uso di libri e copriletto per alimentare le fiamme, ma nulla viene letto circa le mensole da dove sono stati presi i libri e sulla loro collocazione nella casa.

6.LA FERITA AL DITO DI ROSA

La notte della strage, quando i carabinieri bussano a casa Romano, sequestrano un cerotto con il quale Rosa Bazzi si era medicata un dito. Entrambi indicano il momento esatto in cui lei si è ferita: l’aggressione a Valeria Cherubini. Nel provvedimento di fermo si menziona la ferita al dito, ma non vi è riferimento circa il momento in cui la donna si ferisce. Il primo a parlarne è Olindo Romano e non c’è alcun riferimento a questo nella lettura della prima parte dell’interrogatorio fatta a Rosa Bazzi

7. IL PRIMO TENTATIVO DI FUGA

Questo è forse uno dei dettagli più clamorosi. Sia per lo stupore che si sente nella voce di uno dei magistrati, quando Olindo Romano lo racconta. Sia per la precisione con cui entrambi i coniugi ricostruiscono nella stessa medesima sequenza l’uscita da casa Castagna nel primo tentativo di fuga (loro che escono, lei che usa le chiavi cadute a Raffaella per chiudere la porta, lui che scende, apre il portoncino e vede arrivare Valeria Cherubini, dice alla moglie di rientrare nella casa ormai invasa dal fumo). Nulla si dice nel fermo (e infatti Mariano Fadda non nasconde il suo stupore circa questo dettaglio, durante l’interrogatorio). Il primo a darne conto è Olindo Romano, ma non vi è alcun riferimento a questo nella lettura fatta alla moglie.

8.IL LAVATOIO

Indicare, come luogo dove ci si pulisce entrambi del sangue che ancora si ha addosso, un lavatoio, può sembrare una coincidenza non così strana. Ma lo diventa quando si indica non solo lo stesso identico lavatoio (quello di Arcellasco), ma pure il punto esatto in cui entrambi si puliscono: un “canale” che scorre accanto allo stesso. Del dettaglio non ci sono riferimenti nel fermo; il primo a parlarne è Olindo Romano e nulla viene letto in merito a ciò a Rosa Bazzi.

9.L’AGGRESSIONE A FRIGERIO

Le parole di Olindo Romano si sovrappongono alla perfezione a quelle di Mario Frigerio. E se il passaggio relativo all’immagine della porta che si apre lentamente, poi si richiude per aprirsi definitivamente e di colpo si riapre, Olindo lo avrebbe anche potuto ricavare dalla lettura del provvedimento di fermo a suo carico, quello sul coltellino che spunta dalla tasca dei pantaloni (raccontato dal signor Frigerio e pure da Olindo Romano in confessione) è inedito. Nella sua prolusione, l’avvocato Schembri ha omesso tutti questi dettagli, si è limitato a riferire che l’immagine della «porta che si apre e chiude è scritto sul fermo!». Vero. Ma tutto il resto?

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