Dialisi, la protesta dei pazienti: «Basta trasferte»

Mariano Comense Ieri il presidio davanti al “Felice Villa”, dove il servizio è sospeso per lavori da agosto. «Ci sentiamo abbandonati». Asst: «Riapriremo a dicembre»

Mariano Comense

«Siamo pronti a rivolgerci al Tribunale dei Diritti del Malato per chiedere un risarcimento famiglia per famiglia perché a noi chiedono sacrifici ma poi non sappiamo quando terminerà il cantiere».

È questa la posizione dei pazienti della dialisi di Mariano che, ieri mattina, hanno allestito un picchetto davanti al presidio “Felice Villa” per lamentare le lungaggini della ristrutturazione in corso sulla palazzina “D” che, lo scorso agosto, ha portato alla chiusura del servizio, costringendo i pazienti, per la seconda volta in nove anni, a confrontarsi con i disagi del trasferimento in altre strutture della provincia di Como, rimanendo in giro 8 ore per farne 3 di terapia salvavita.

Le lamentele

«Prima mi alzavo alle 7 per essere a Mariano mezz’ora dopo, ora mi devo alzare alle 5,20 tre volte a settimana per essere alle 7,30 in via Napoleona a Como per poi tornare a casa alle 14: per me è un disagio» ammette Luigi Barni che ha visto quadruplicare il tempo impiegato per raggiungere la sede del trattamento a cui non può rinunciare perché salvavita. «Io da Cabiate raggiungo l’ospedale a San Fermo e questo vuol dire che, tre volte a settimana, parto alle 17-17,30 per tornare a casa dopo mezzanotte. Mio marito mi aspetta sempre sveglio alla finestra» prosegue Stefania Romanoni, 81 anni.

«Torno a casa a mezzanotte»

C’è poi chi da Vighizzolo di Cantù è costretto ad andare alla sede di Longone al Segrino, come Pietro Morosini, 79 anni. «Per me è cambiato tutto – dice l’uomo che fatica a vedere -: ora devo aspettare che mi passino a prendere alle 12,15 per tornare a casa alle 18,20-18,30». Palpabile l’amarezza tra i pazienti per il trattamento riservato a persone malate da parte di chi gestisce le cure, l’Asst Lariana. «Ci sentiamo abbandonati – tuona Filippo Fiorito, referente del gruppo di dializzati uniti per la protesta -. Anche perché il cantiere non sembra nemmeno procedere, anzi, in settembre è stato anche allagato dalle piogge».

E perlomeno dalla strada non restituisce un’immagine diversa da quella scattata due mesi e mezzo fa il cantiere di riqualificazione della palazzina “D” che, partito a marzo 2025, ma subito bloccatosi a causa del ritrovamento di amianto nei muri, è poi ripartito in agosto per durare nove mesi, salvo fissare il rientro dei dializzati in reparto entro dicembre. «Ma si parla di un posticipo a marzo – denuncia Fiorito -. Per questo vogliamo una data certa di rientro nel reparto, altrimenti siamo pronti a bloccare il Cup di Como».

Da Asst Lariana sono arrivate alcune rassicurazioni. «Nonostante le difficoltà che ogni cantiere inevitabilmente comporta e le problematiche che possono verificarsi, al momento non è stato comunicato alcuno slittamento dei tempi previsti: la conclusione dei lavori e il conseguente rientro a Mariano rimangono confermati per dicembre – assicura Asst in una nota stampa -. Siamo consapevoli dei disagi dei pazienti legati allo spostamento e si ribadisce la massima attenzione di tutto il personale per limitare il più possibile problemi e criticità».

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