Erba dice addio a Vanossi, genio dei metalli
Lutto È stato per decenni uno dei punti di riferimento per l’industria dell’acciaio in Europa. Nato e cresciuto nel quartiere di San Bernardino
Erba
Se n’è andato Albino Vanossi, erbese, classe 1931, il genio del metallo duro e della sinterizzazione.
È stato per tanti decenni un punto di riferimento importante per l’industria della trafileria dell’acciaio, settore industriale di prima grandezza in Brianza, nel Lecchese e in altre contrade d’Italia. Nonostante le tante “anta” sulle spalle Albino è rimasto ben saldo, fino quasi all’ultimo, in attività, in plancia di comando della Van Steel, a San Bernardino di Erba, azienda che produce trafile di grandissimi requisiti, che permettono velocità di trafila assai alte e possibilità di risolvere qualsiasi profilo della barra trafilata.
La sua dolce compagna da una vita, Annarita Danelli, ci ha raccontato che Albino è morto l’altra notte all’ospedale di Lecco, l’aveva salutato la sera prima, era tranquillo, sereno. Niente lasciava temere la fine.
Il grande impegno
Nato nel rione erbese di San Bernardino, Albino Vanossi, possedeva già da ragazzo una grande dimestichezza, una passione innata per la meccanica. Studiò di sera all’istituto Santa Marta a Milano. Ne uscì brillantemente e fu assunto da Sergio Mottana alla Gasfire di Erba dove si distinse subito, tanto che la direzione lo voleva direttore. Ma lui pensava già ai metalli duri e alla sinterizzazione, alle trafile e si mise in proprio mettendo su un’aziendina a San Bernardino.
La sinterizzazione? In quei tempi era roba quasi sconosciuta. Lui carpì i primi segreti nei documenti di uno scienziato austriaco che aveva lavorato per l’industria bellica di Cecco Beppe. E ci si infilò con grande impegno, soprattutto studiando i metalli. Capì che era importante assemblare a freddo polveri di agglomerati, come cobalto, tungsteno, carburo e altri. Dare una forma all’agglomerato e poi cuocerlo sotto vuoto spinto a temperature altissime. Queste è la sinterizzazione, un fenomeno che permette di raggiungere durezze così elevate da richiedere il diamante per il taglio.
Con le trafile studiate e realizzate da Albino Vanossi si è passati a una velocità di trafila di 50 metri a 150 metri al minuto. Le ultime sono ancora più veloci.
Era il 1951 quando cominciò l’avventura del metallo duro. Albino fondò poi l’Aldap di Alserio, azienda principessa nel mondo delle trafile. L’acronimo significava “attrezzi lega dura alta precisione”.
Ripartire da zero
Qualità che la resero nota in tutta Europa. Ma poi il vento mutò e l’Aldap gliela fecero volar via dalle mani. Albino era un genio con i metalli, tanto che addirittura al Politecnico si servirono dei suoi esperimenti, ma diciamo così, un po’ distratto con i danée e i bilanci e di certo troppo buono con gli “amici”. Però si rifece brillantemente e dopo aver venduto il suo know how e trascorso un periodo di inattività richiesta dalla legge, tornò sul campo. Fondò una nuova ditta alla bella età di 89 anni, la Van Steel sempre assistito da Annarita. Ha creato una società di cui fanno parte alcuni dipendenti che si sono distinti nel lavoro, come Rachele Ponzoni di Lecco e un abile marocchino Abdeljalil Landa. Della società fanno parte altri immigrati.
Albino amava molto la buona cucina e la compagnia di amici, quelli veri. Si dilettava anche ai fornelli. Sua è una ricetta per il risotto alla milanese finita anche in un libro.
Qualche anno fa la giunta di Marcella Tigli gli conferì l’Eufemino. Sicchè al funerale (domani alle 10,30 ad Arcellasco) dovrà essere presente il gonfalone.
© RIPRODUZIONE RISERVATA