Gambizzato e picchiato a sangue. Sette accusati di lesioni e rapina

Monguzzo Il brutale episodio nei boschi dello spaccio. Le indagini di Procura e carabinieri di Cantù

Durante un violento alterco legato a questioni di spaccio di sostanze stupefacenti – era il 18 dicembre del 2020 – era stato trascinato di forza fuori dal bivacco che presidiava nei boschi di Monguzzo ed era stato poi gambizzato, colpito con un proiettile di arma da fuoco esploso da distanza ravvicinata che l’aveva raggiunto alla gamba destra.

Era poi stato malmenato con spranghe e mazze e pure colpito alla testa con il calcio della stessa pistola che gli aveva sparato. Il tutto dopo essere stato legato mani e piedi. Il ferito – 43 anni del Marocco, domiciliato a Corsico – era poi stato soccorso e portato in ospedale al “Manzoni” di Lecco.

Le indagini per questo inquietante gesto, avvenuto in piena notte nei boschi della zona di Nobile, sono state portate avanti in questi mesi dai carabinieri della compagnia di Cantù coordinate dal pubblico ministero Giuseppe Rose. Un fascicolo che ha permesso di risalire al gruppo di persone che portarono a termine quel barbaro blitz nei boschi dello spaccio, identificando ben sette persone che ora dovranno passare al vaglio del giudice dell’udienza preliminare.

Nei guai, accusati di rapina (alla vittima furono portati via il portafoglio ma anche i quattro telefoni cellulari che teneva nel bivacco con i contatti dei clienti) sono finiti sei marocchini e un italiano di origine straniera che ora dovranno difendersi dalle accuse che vengono loro mosse, assistiti dagli avvocati Massimiliano Iantorno, Alessandra Bigliani, Mauro Giovannardi e David Gravagna.

I nomi degli indagati sono Abdelhaq El Hilali (33 anni), Abdellah Bahraoui (irreperibile, 32 anni), Mustapha El Omari (30 anni), Hamza Ben Chaoue (22 anni), Nabil Samad (irreperibile, 29 anni), Aziz El Omary (39 anni) e Youssef Madly, 22 anni nato a Milano e residente nel capoluogo meneghino.

Le accuse per loro parlano a vario titolo della già citata rapina, ma anche di lesioni personali (la vittima, colpita da un colpo di pistola alla gamba, rimediò 45 giorni di prognosi) e del porto dell’arma da fuoco. L’appuntamento di fronte al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Como è stato fissato per il mese di ottobre dove la parte offesa si costituirà parte civile. ù

L’intervento dei carabinieri di Cantù era iniziato – in piena notte, erano le 4 – dopo la segnalazione di un testimone che aveva udito un colpo d’arma da fuoco provenire appunto dal bosco. Il ferito era stato poi ricoverato all’ospedale Manzoni di Lecco ed era in seguito stato sentito dai militari dell’Arma. La zona dove il marocchino era stato soccorso era già nota da tempo per attività legate allo spaccio.

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