Gettò l’acido sul viso dell’ex fidanzata: la Procura chiede il rito immediato

Erba Il gup ha rinviato a giudizio il giovane straniero che aveva aggredito la ragazza in strada. Per le ferite causate al volto, Said Cherrah dovrà rispondere dei reati di stalking e lesioni

La procura di Como, con un atto a firma del pubblico ministero Antonio Nalesso che ne aveva seguito e curato le indagini, ha chiesto il processo con il rito Immediato per il marocchino di 25 anni che aveva aggredito la ex compagna gettandole addosso dell’acido comprato la mattina stessa in un supermercato della provincia di Pavia dove ai tempi viveva. Fatti che erano avvenuti nel primo pomeriggio del 21 novembre a Erba, in via Pontida.

In Tribunale

Said Cherrah, questo il nome dell’aggressore, ieri mattina era in Tribunale a Como per rispondere di un altro reato, lo stalking sempre ai danni della stessa vittima, fatti (per cui aveva il divieto di avvicinamento) e che avevano preceduto l’aggressione fatta con l’acido.

La parte offesa si è costituita in aula. Il giudice dell’udienza preliminare Massimo Mercaldo ha rinviato a giudizio il marocchino anche per questo fascicolo che ora verrà unito all’altro (per cui come detto è stato chiesto il giudizio) in un pubblico dibattimento che si terrà la prossima primavera. Il venticinquenne residente a Broni, dunque, sarà chiamato a rispondere in aula sia dello stalking sia delle lesioni causate dall’acido, con il tentativo di deturpare il volto della ragazza. L’indagato, che era stato arrestato dai carabinieri della stazione di Erba e del Radiomobile in flagranza di reato, nel corso dell’interrogatorio di fronte al gip aveva scelto di non rispondere alle domande del giudice. Cherrah, una volta portato in carcere, era poi stato raggiunto anche dall’aggravamento della misura cautelare relativa all’indagine – sempre della procura di Como – aperta per stalking e condotta dal pm Antonia Pavan.

Le indagini

Nel corso delle stesse indagini era emerso che quel giorno di ottobre la giovane vittima sapeva di dover incontrare Said Cherrah nonostante quest’ultimo avesse il divieto di avvicinamento. Avevano anche percorso un pezzo di strada insieme, allontanandosi dall’ingresso della ditta dove la ragazza doveva recarsi a lavorare. Lui ad un certo punto, secondo la ricostruzione effettuata, aveva di nuovo iniziato a fare pressioni per tornare a stare insieme. Lei aveva tentato di andarsene e in quel momento il ragazzo, secondo l’accusa, l’aveva afferrata per i capelli iniziando a trascinarla.

La bottiglia di acido – comprata appositamente la mattina in un supermercato di Pavia, unico acquisto di quella mattinata – era stata estratta dal baule in un secondo momento, quando la lite era già iniziata. La giovane si era accorta di quello che stava accadendo, tanto da riuscire ad urlare «la faccia no, ti prego, non sulla faccia». Grida udite dagli altri lavoratori che si trovavano in via Pontida che erano poi intervenuti per fermare il venticinquenne marocchino gettando dell’acqua addosso alla giovane per aiutarla.

La bottiglia era stata poi analizzata con una consulenza chiesta dal pm per capirne il grado di pericolosità. Gli abiti della ragazza – una felpa e un giubbotto – erano comunque risultati danneggiati e corrosi dal liquido che le era stato interamente versato addosso.

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