
Gli erbesi con la testa tra le nuvole. Chiavi e telefonini tra gli oggetti smarriti
Nell’ufficio economato viene custodito quanto ritrovato. Ecco la procedura da seguire
Erba
Ci sono chiavi di autoveicoli e telefoni cellulari, borse e occhiali. L’ufficio economato del Comune di Erba non si occupa solo di effettuare acquisti per conto dell’amministrazione comunale: al suo interno custodisce anche gli oggetti rinvenuti sul territorio cittadino, principalmente in strada, in attesa che si facciano avanti i legittimi proprietari.
Nei giorni scorsi, come previsto dalla legge, il Comune ha pubblicato online la lista degli oggetti smarriti nel corso del 2024 e nel primo quadrimestre del 2025. Sono complessivamente 39, di cui 35 rinvenuti lo scorso anno e 4 negli ultimi mesi.
La lista è lunga e curiosa. In cima alla classifica degli oggetti persi maggiormente agli erbesi ci sono le chiavi della macchina: nei cassetti dell’ufficio economato se ne contano 14, ancora in attesa del legittimo proprietario.
Seguono i telefoni cellulari (sono sette, alcuni all’apparenza non funzionanti), cinque paia di occhiali da vista con custodia, tre borse, due gioielli di bigiotteria, indumenti sportivi, un astuccio con materiale scolastico, un portafoglio, un portatessere, un paio di chiavi di casa e una chiavetta Usb.
«Gli interessati - fanno sapere dall’ufficio economato - possono scrivere una mail o telefonare ai recapiti [email protected] e 031.615321, oppure possono venire direttamente negli orari di apertura al pubblico del municipio». Le descrizioni precise degli oggetti smarriti sono volutamente mancanti. Per evitare che un cittadino si appropri dei beni altrui, quando andrà in ufficio dovrà descrivere l’oggetto; per la stessa motivazione, il Comune di Erba non pubblica le fotografie degli articoli presenti nella lista.
Gli elenchi degli oggetti smarriti vengono aggiornati periodicamente dall’amministrazione comunale, ma pochi sanno che l’ufficio economato svolge anche questo servizio di “custodia”: quando si perde qualcosa per strada, l’istinto ormai porta a pubblicare un post sui social media; una telefonata o una mail al municipio, come si usava una volta, potrebbe rivelarsi più utile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA