Gregge attaccato dai lupi, persi sei capi. «Basta, chiudo»

Sormano Davide Cagliani alleva 700 pecore. «Ho trovato i miei animali morti, di questo passo me ne rimarranno trenta. Sono disperato»

Sormano

L’incubo ricorrente per un pastore è purtroppo anche la realtà, vedere il proprio gregge attaccato dai lupi. C’è rassegnazione e disperazione nelle parole di Davide Cagliani, uno degli ultimi pastori del Triangolo Lariano, l’ultimo con 700 animali.

Ogni anno la sua transumanza da Oggiono a Sormano, passando da Asso e Canzo, rallegra il territorio: ma quello di quest’anno potrebbe essere l’ultimo viaggio a causa dei continui attacchi del lupo.

Cagliani racconta di sei capi morti in questi primi 10 giorni di presenza all’alpeggio del Piano del Tivano, tutti a causa degli attacchi dei lupi, ma è difficile quantificare quanti animali siano già scomparsi considerando che vivono liberi tra prati e boschi.

Rabbia e amarezza

Il pastore teme di rientrare con solo una cinquantina di capi e la volontà è di chiudere qui la sua esperienza.

Lui parla anche di una situazione complessa a livello burocratico e di poco appoggio da parte delle istituzioni: «In questi primi dieci giorni ho trovato morti sei capi, ho un gregge di 700 animali, in gran parte pecore, che si distribuiscono sul territorio anche abbastanza vasto, non oso pensare quanti attacchi ci siano già stati. In montagna con le mie pecore non torno, non le voglio vedere morire».

«È tutto veramente assurdo, gli agenti piazzano le foto trappole per rivelare il lupo e ti dicono abbiamo visto un branco di lupi: ma c’è bisogno delle foto trappole li incontri passeggiando. Il problema è che io i miei animali li ho fatti nascere, li ho allevati, gli ho dato da mangiare fieno durante la stagione invernale e li vedo morire nei prati. Ho sentito l’altro giorno un capretto urlare, era stato preso per il collo da un lupo».

«Sono disperato, anche a livello economico se mi uccidono un agnello devo fare i documenti e devono rilevare che sia stato ucciso da un lupo, successivamente lo devo smaltire pagando 80 euro, alla fine di tutto mi vengono dati 120 euro. Non ha senso, non bastano, anche perché non trovi tutti i resti degli animali. L’anno scorso, nonostante ci fossero diversi animali morti, continuavano a dire che non era colpa del lupo».

Il pastore è pronto a lasciare un lavoro che comunque gli piace e a cui ha dedicato una fetta della sua vita: «Non è più sostenibile, a causa delle presenza dei lupi che attaccano persino di giorno, ho degli incubi in cui sogno i lupi che entrano nel recinto e sbranano tutte le mie pecore: purtroppo ormai comandano loro».

I timori

Cagliani teme di rientrare con pochi animali: «Da settecento capi, se continua così, andrò a casa con 30 bestie. Ho anche un buon rapporto con la Comunità montana del Triangolo Lariano, sono contenti che pulisco la montagna e che ci siano le pecore al pascolo, ma se questa è la situazione non si può fare nulla L’unica soluzione è chiudere i battenti. L’anno prossimo magari tornerò con quattro o cinque asinelli».

Da anni ormai è confermato, nonostante gli scettici, nel Triangolo Lariano sia presente un branco di lupi che cresce di numero.

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