«Volevano portar via i canguri dall’Isola, li ho salvati ancora»

Pusiano Continua la telenovela sui famosi Wallaby che da trent’anni sono ospiti dell’oasi verde del lago. Il proprietario: «Non è finita, torneranno in autunno»

La telenovela che riguarda i piccoli canguri dell’Isola dei Cipressi, gli ormai famosi Wallaby, sembra non finire mai. Proprio ieri, infatti, avrebbero dovuto essere catturati e trasportati in Toscana. Ma anche in questo caso, c’è stato il lieto fine. Con tanto di rinvio ai prossimi mesi per una ulteriore puntata.

Forestali

Andiamo con ordine. È di alcuni giorni fa infatti una nuova richiesta di cattura degli animali da parte dei carabinieri forestali. In realtà però poi il proprietario dell’Isola dei Cipressi, Gerolamo Gavazzi, sottolineando le problematiche sarebbero sorte in questa ipotesi di trasloco forzato, ha evitato lo spostamento degli animali che ormai caratterizzano da oltre trent’anni l’isola che si trova nel lago di Pusiano.

Tutto parte da una diatriba di cui abbiamo già scritto parecchie volte, infatti gli animali sono ritenuti pericolosi nonostante chi ha visitato l’isola possa testimoniare essere praticamente innocui. In ogni caso, principalmente a causa della presenza dei Wallaby, sono state comminate negli anni multe ai vertici della fondazione proprietaria dell’isola per una cifra di circa 17mila euro. E pende sempre la richiesta di spostamento in altro luogo. Negli scorsi anni alla questione si era interessata anche Rai 1 con la trasmissione Linea Verde.

Spiega oggi il proprietario dell’Isola dei Cipressi Gerolamo Gavazzi: «La telenovela sui Wallaby non sembra finire mai. Qualche giorno fa mi ha chiamato un capitano dei carabinieri forestali per annunciarmi che avevano organizzato un’operaziopne per catturare i Wallaby sull’isola per portarli in una struttura in Toscana; ma non hanno voluto dirmi il luogo e il nome del posto - osserva -  La cattura sarebbe stata eseguita da ieri, 4 luglio, in poi installando una rete alta tre metri lungo tutto il perimetro dell’isola per evitare che presi dal panico i Wallaby fuggissero in acqua ed affogassero. Poi avrebbero forzato gli animali ad andare nelle reti per infine catturarli e immetterli in casse e portarli via. L’operazione sarebbe durata circa tre giorni con grande dispendio di uomini, di energie e di costi. Ho avuto vari colloqui telefonici con gli ufficiali che mi assicuravano come l’organizzazione per la cattura sarebbe stata fatta da persone esperte, competenti e che sarebbero stati presenti veterinari e altro personale. Avevo precisato la presenza di piccoli appena usciti dal marsupio delle loro madri: io ero ovviamente perplesso».

Per questo motivo Gavazzi ha elencato una serie di problematiche in una lettera: «Risultato, è arrivata una comunicazione in cui si dice che la cattura è stata sospesa per improvvisa “indisponibilità di un veterinario”. Se ne riparlerà in settembre/ottobre». 

Autorizzazioni

Nella sua lettera Gavazzi faceva notare: «La necessità di avere un mandato dalla magistratura». Si chiedeva poi: «Per l’installazione delle reti se servisse magari la comunicazione alla Soprintendenza considerando che l’isola è vincolata e tutelata come monumento nazionale e al Parco Valle del Lambro visto che l’oasi è protetta», spiegando che non voleva essere accusato di favorire questa operazione e quindi non avrebbe offerto mezzi e personale per la cattura degli animali. In ogni caso non c’è un annullamento del piano di cattura dei Wallaby ma, come detto, si è procrastinato il tutto a settembre-ottobre, quindi per i piccoli canguri la loro residenza per ora a Pusiano nell’Isola dei Cipressi è sub iudice.

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