Il caso dialisi apre la polemica sul Villa: «Ospedale? Ormai è un ambulatorio»
Mariano Poltronieri: «Struttura svuotata dei servizi». Conti: «Asst venga in consiglio comunale»
Mariano Comense
«Invece di tagliare nastri per ogni lampadina che cambiano, guarderei alla gestione dei cantieri che è la sostanza per i cittadini».
Queste le parole scelte dal Pd per fare propria la battaglia dei dializzati che, mercoledì, hanno protestato fuori dall’ospedale “Felice Villa” per chiedere quando riaprirà il loro reparto, chiuso da agosto per lasciare spazio all’intervento di riqualificazione dell’edifico “D” ai più noto come la palazzina delle vetrate.
Perché almeno dalla strada, il lavoro sembra fermo a due mesi fa quando vennero allestiti i ponteggi rimasti intonsi da quest’estate; circostanza che porta non solo i pazienti a dubitare di un loro rientro in struttura a dicembre come invece assicurato dall’Asst Lariana.
«Avere il sindaco della stessa parte politica di chi governa la Regione e la Sanità non aiuta, anzi, è un limite perché non muove nessuna critica a chi decide - attacca il capogruppo dem Stefano Poltronieri - Negli ultimi trent’anni la guida regionale è stata affidata al centrodestra e in questo stesso periodo abbiamo visto uno svuotamento della sanità pubblica a favore di quella privata. Tanto che a Mariano si parla di un ospedale che non è più tale perché ormai è un ambulatorio che viene svuotato di servizi. Sarebbe meglio dare più attenzione alle necessità delle persone che si curano e un po’ meno al presenzialismo alle inaugurazioni».
Poche parole per sottolineare la contraddizione fra i tre tagli di nastro succedutosi dal 2020 allo scorso ottobre con la realtà del presidio dove i piani di rilancio della struttura sono rimasti nel campo delle intenzioni come raccontano gli spazi dedicati all’attività sanitaria dimezzati a una palazzina e mezza sulle tre disponibili in via Isonzo.
«Chiederemo all’Asst di venire in consiglio comunale per raccontare qual è il progetto di riqualificazione del “Felice Villa” a chi lo andrà vivere per i servizi che offrirà» anticipa Simone Conti, capogruppo di Mariano 2.0. «Lascia costernati - prosegue - che dei cittadini abbiano dovuto organizzare un presidio per avere delle risposte a mezzo stampa dall’azienda che ha fissato la riapertura delle dialisi a dicembre, tra un mese. Per questo desta preoccupazione la percezione che ha chi frequenta il presidio del cantiere che non brilla di solerzia: sembra abbastanza fermo, non si vedono quasi mai maestranze, non si sentono rumori. Rimarremo attenti al tema perché diversi cittadini del Marianese stanno vivendo dei disagi a cui si è data una risposta, andare a Como o Longone al Segrino, che li fa vivere ancora in una situazione di forte difficoltà».
Pur se contattato, il sindaco Giovanni Alberti ha finora scelto di non rispondere.
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