«Il Comune di Erba ci aiuti. O il Lambrone
chiuderà»

Il caso L’allarme dei gestori del centro sportivo. «Chiediamo un confronto: i costi sono aumentati»

Erba

Il futuro del centro sportivo passa da un voto del consiglio comunale. Questa sera i politici erbesi dovranno decidere se accogliere l’istanza di riequilibrio del piano finanziario presentata dalla Lambro One Sport Srl al Comune di Erba, dopo che la giunta ha dato parere negativo: se l’orientamento venisse confermato, si rischierebbe la chiusura del Lambrone.

Tra il 2024 e il 2025, la Lambro One Sport - che ha riqualificato il centro e lo gestisce attraverso la Snef - ha chiesto più volte di rivedere il piano finanziario a fronte di eventi destabilizzanti che l’amministrazione comunale non considera tali. A seguito dell’ultima richiesta, il sindaco Mauro Caprani ha deciso di portare il tema in consiglio comunale.

Il presidente della Lambro One Sport, Gianluca Capellini, e il gestore del centro, Angelo Gnerre, tengono a chiarire la posta in gioco. «Non si può ridurre tutto a una richiesta di soldi. Noi chiediamo che il Comune si sieda a un tavolo per trovare un punto di equilibrio» dice Capellini. «Se questa possibilità verrà negata, ci ritroveremmo nostro malgrado nell’impossibilità di continuare a gestire il centro».

Per il presidente della Lambro One, «quelli che citiamo come eventi destabilizzanti lo sono davvero. Il caro energia, l’incremento del costo del lavoro legato alla nuova normativa sullo sport e l’aumento dei tassi di interesse hanno avuto un peso enorme sui nostri bilanci». Senza contare che il Comune di Erba ha iniziato a chiedere il pagamento di Imu e Tasi: «Non era mai stato previsto nella concessione».

Equilibrio finanziario

Capellini e Gnerre ricordano insieme gli sforzi compiuti nel corso della pandemia. «In anni in cui tanti centri hanno chiuso, qui sono stati effettuati investimenti dal padel all’efficientamento energetico. È stato fatto per incrementare i servizi e mantenere un equilibrio finanziario che oggi non c’è più» osservano il presidente e il gestore.

La Lambro One non chiede di valutare insieme al Comune strategie di riequilibrio, ogni proposta può essere discussa. «Un primo passo concreto da parte loro sarebbe rinunciare alla richiesta di Imu e Tasi, tenendo conto che svolgiamo servizio pubblico» dice Capellini.

Da quando il centro è stato inaugurato, il 31 ottobre 2013, ci sono già state cinque modifiche al contratto di concessione per riequilibrare i conti.

«Sarebbe una sconfitta»

«Abbiamo sempre trovato la quadra per il bene del centro e della città con la compianta dottoressa Marcella Tili e con la dottoressa Veronica Airoldi» ricorda il presidente della Lambro One, che conta di replicare l’esperienza con il sindaco Caprani. «Noi crediamo in questo centro da 13 anni, non siamo certo degli speculatori. Arrivare alla chiusura dei cancelli sarebbe una sconfitta per tutti».

Ad oggi, ricorda il gestore Gnerre, «abbiamo superato i 12 milioni di investimenti nel centro per renderlo più efficiente, gli ultimi casi sono la realizzazione dei campi da padel e i pannelli fotovoltaici. Non è un caso se il Como 1907 ha deciso di far allenare e giocare qui la sua squadra femminile, vedono un centro di qualità. Per andare avanti è necessario ritrovare un equilibrio finanziario che è stato travolto da diversi fattori, a partire dai tassi di interesse bancari».

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