Il raggiro all’autista sbagliato. L’ex maresciallo: «Cacciati via»

Anzano. Tentata truffa allo storico comandante dei carabinieri di Lurago. Evangelista: «Volevano 350 euro, fuggiti quando stavo chiamando il 112»

Anzano del Parco

Tentano l’ormai nota e diffusa truffa dello specchietto e del finto tamponamento, ma trovano la persona sbagliata. Nel mirino dei presunti truffatori è finito il maresciallo e luogotenente, ora a riposo, Mario Evangelista, che è stato alla guida della stazione dei Carabinieri di Lurago d’Erba dal 1990 al 2014.

I fatti risalgono al 19 settembre, ma il maresciallo ha deciso di renderli noti ora. Quel giorno purtroppo è stato colpito dal lutto per la morte dell’anziana madre, Dora Di Nunzio, che aveva 91 anni. Il tentativo di truffa è avvenuto nel parcheggio esterno del centro commerciale di Anzano del Parco, proprio sulla statale Briantea.

I fatti sono avvenuti pochissimi minuti dopo le 10 del mattino, senza timore alcuno da parte dei truffatori. Evangelista arrivava da una notte insonne, durante la quale era arrivata la notizia del decesso dell’anziana madre in Abruzzo, terra natale del maresciallo. «Ero addolorato e provato e mi sono recato al Bennet per alcune commissioni – racconta – Ho visto questa automobile: sembrava che stesse andando via. Ho chiesto se lo stallo fosse libero con un gesto e mi ha lasciato il passo. Mentre entravo, sento un colpo sulla parte anteriore destra. Ho subito pensato di averlo tamponato. Sono sceso dall’auto e questo signore, che viaggiava insieme a una donna seduta nell’abitacolo, mi ha detto che lo avevo urtato: sosteneva che con il mio specchietto lo avessi urtato sul faro posteriore. In realtà ho capito subito che qualcosa non tornava. Nella concitazione questo soggetto ha macchiato il punto del finto impatto sulla mia auto con un colorante o qualcosa di simile e, per convincermi che lo avessi urtato davvero, mi faceva vedere i cocci di vetro».

Evangelista, anche grazie alla sua lunga carriera nell’Arma, ha subito fiutato che qualcosa non andava e si è messo a misurare l’altezza del suo specchietto e quella del fanalino dell’auto del truffatore. Inoltre ha detto apertamente al truffatore di essere stato maresciallo dei carabinieri di Lurago per decenni, ma il truffatore ha proseguito senza paura.

«Gli ho fatto notare che le altezze non tornavano, ma insisteva – prosegue nel racconto – Gli ho chiesto allora di fare la constatazione amichevole, ma mi ha detto che non aveva i fogli. Gli ho allora chiesto dove risiedesse e mi ha detto che era di Como. Per chiuderla mi chiedeva di dargli subito 350 euro in contanti, che non avevo con me e che mai gli avrei dato. Gli ho detto che ci saremmo scambiati i contatti e ci saremmo rivisti anche il giorno dopo, visto che diceva di non avere i moduli. Mi ha risposto che veniva da Varese, contraddicendosi con la versione precedente, e non poteva tornare. Al che gli ho risposto seccato che avrei chiamato i carabinieri».

Non appena Evangelista ha preso il telefono in mano per chiamare, la donna nell’abitacolo ha invitato il truffatore a salire subito e se la sono data a gambe. «Non ho potuto prendere il numero di targa perché era coperta e nella parte anteriore non c’era proprio. Ho avvisato i carabinieri . Sono in corso verifiche per capire se, tramite videosorveglianza, si possa risalire all’identità di questi truffatori».

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