
La folle impresa di Bianchi sul “Muro”: a piedi per dieci ore senza mai fermarsi
Sormano, un tratto micidiale al 27% di pendenza, simbolo del Giro di Lombardia di ciclismo. Dislivello complessivo di 4.739 metri. «Voglio farlo diventare un evento turistico per il paese»
Sormano
Giovanni Cristiani
Sembrava un’impresa folle, ma alla fine Eugenio Bianchi, atleta di Sormano capace di distinguersi in diverse specialità, un po’ folle lo è per davvero. La follia è quella di percorrere a piedi per 10 ore il “Muro di Sormano” con le sue pendenze fino al 27% note per mettere in difficoltà chiunque. Furono i ciclisti professionisti a fermare nella storia il breve tratto quando, come degli amatori qualunque, scesero dalla bici per spingere il loro attrezzo fino alla “Colma”.
Raccontava Gino Bartali: «Codesta l’è una salita da fare col 42x26, u’n si scappa, durissimo il primo strappo, che si dovrà fare quasi da fermo. Un passista non ha alternativa, deve arrivare ad inizio “Muro” con dieci minuti di vantaggio, così se ne perde quindici facendolo a piedi ne ha soli cinque da recuperare».
Un calcolo matematico fatto nel 1960 quando il “Muro di Sormano” venne per la prima volta introdotto da Vincenzo Torriani nel Giro di Lombardia di ciclismo.
Il calcolo fatto da Eugenio Bianchi, 39 anni il 23 luglio era ancora più semplice: «Parto alle 10 di mattina e per 10 ore consecutive salgo il “Muro”».
Alla fine Eugenio Bianchi le 10 ore le ha percorse, salendo e scendendo il tratto, per un dislivello complessivo di 4.739 metri. In pratica Bianchi in 10 ore ha salito dal livello del mare il Monte Bianco, la vetta più alta delle Alpi, con i suoi 4.810 metri.
Un’impresa che si può definire eroica: «Siamo partiti in una ventina, io e alcuni amici, però alla fine per diversi motivi, anche impegni lavorativi, hanno tutti mollato prima delle 10 ore e sono stato l’unico a compiere questa piccola impresa. La mia volontà è di proporre una manifestazione di questo tipo nei prossimi anni, magari con l’aiuto delle associazioni di Sormano, e farla diventare un evento da mettere ogni anno in calendario. Mi sembra possa essere una sfida interessante per molte persone appassionate di camminata o corsa».
Bianchi ha percorso una distanza di 58 chilometri con un dislivello, come detto di 4.739 metri, in 10 ore e un minuto. Il “Muro” è stato “battuto” diciassette volte con partenza dagli 824 metri e arrivo ai 1.118 metri della Colma.
«La giornata l’ho organizzata per gioco ma con lo scopo di farla diventare un evento del Comune di Sormano, organizzato magari in futuro dalle associazioni. Questa è solo una delle idee, per ripristinare lo sport tra le nostre montagne in futuro. Mi piace l’idea di far conoscere al mondo Sormano e avendo un bel nome ora, soprattutto con i risultati che sto acquisendo con le Hyrox, che hanno scatenato una moda incredibile, la cosa potrebbe funzionare. Ringrazio il comune di Sormano e in particolar modo Stefania Rizzi, il vicesindaco, che ci ha dato l’opportunità di allestire un base camp alla Valle del Corno», conclude Bianchi.
La Hyrox in cui gareggia Bianchi è una competizione di fitness globale che combina corsa ed esercizi funzionali, creando una sfida completa. Si tratta di otto chilometri di corsa intervallati da otto esercizi funzionali, ripetuti in sequenza. Bianchi è stato un campione nel fondo e nello skiroll, poi nella Spartan Race e ora nella Hyrox.
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