Letti e personale: caos Pronto Soccorso.
Il presidente del consiglio regionale Fermi: «Servono misure del governo»

Regione Il leghista: «Borse di studio e via numero chiuso. Più posti con gli ospedali di comunità». Orsenigo (Pd): «Problema cronico, troppi errori». Erba (M5S): «Scelte sbagliate della Lombardia»

Il servizio di emergenza in affanno con i problemi del Pronto Soccorso che stanno interessando in modo importante anche la struttura del Sant’Anna. Il direttore sanitario dell’Asst Lariana Matteo Soccio, prossimo alla pensione, non ha nascosto che «la situazione peggiora da vent’anni e presto diventerà ancora più critica» e invocato misure strutturali, valide per l’intero territorio nazionale.

Le richieste a Roma

« La criticità nei Pronti soccorsi - commenta Alessandro Fermi (Lega), presidente del consiglio regionale - purtroppo è drammatica a livello nazionale. Non è esente la regione Lombardia e nemmeno la provincia di Como. Due sono i fattori evidentissimi: manca personale, non perché non ci siano risorse, ma perché non si trovano medici di emergenza-urgenza, così come gli infermieri. Negli ultimi vent’anni la programmazione del Governo sia su medici di medica generale sia su alcuni reparti è stata evidentemente sbagliata e, per recuperare, ci vorrà pazienza e tempo».

E qui Fermi chiama in causa Roma: «Speriamo che il nuovo Governo intervenga subito finanziando borse di studio e aprendo il numero di accesso ai corsi di laurea in Medicina. Come Regione siamo partiti in un percorso di rafforzamento della medicina territoriale che in parte riguarda anche il Pronto Soccorso per ridurre gli accessi non necessari». C’è poi il nodo dei posti letto, troppo pochi quelli del nuovo Sant’Anna. «A Como - chiude Fermi - nel passaggio tra vecchio e nuovo ospedale sono stati persi posti che potranno essere recuperati attraverso l’apertura degli ospedali di comunità di cui la provincia di Como sarà maggiorata rispetto ad altri territorio proprio per colmare il gap».

Nessun commento ieri dagli altri due consiglieri leghisti, Gigliola Splezini e Fabrizio Turba. Se la prende con Milano e con il centrodestra il consigliere Pd Angelo Orsenigo: «Quando una persona sta male, è più che legittimo si rechi al Pronto soccorso, specialmente perché non esistono alternative, purtroppo anche in situazioni non d’emergenza. Un Pronto soccorso sovraffollato è un sintomo di un sistema sanitario incapace di curare paziente sul territorio. Si tratta di un problema cronico della medicina lariana e lombarda, ridotta in questo stato da un centrodestra che ha fatto terra bruciata tra i cittadini e l’accesso alle cure». E aggiunge: «È ancora più grave a un anno dall’approvazione della riforma sanitaria in consiglio regionale. Le persone si riversano anche in situazioni non gravi perché mancano i medici di base e non ci sono ancora livelli di assistenza “intermedi”. Occorre far partire al più presto case e ospedali di comunità e investire in personale medico e sanitario».

«Sanità in pesante declino»

Molto dura anche la reazione del pentastellato Raffaele Erba: «È l’ennesima evidenza che conclama il pesante declino che sta vivendo la sanità lombarda». Parla di conseguenza di «scelte sbagliate degli ultimi anni a Palazzo Lombardia». E ancora: «Ciò che sta avvenendo al Sant’Anna è frutto della mancata pianificazione sanitaria regionale e della sempre più forte spinta verso la privatizzazione. Serve un cambio di visione regionale. Senza questa condizione anche interventi a livello centrale rischiano di essere un’ennesima toppa».

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