L’ultimo saluto a Tavecchio con il ministro dello sport e tanti “big” del pallone

Funerale La cerimonia è stata presieduta oggi a Ponte Lambro da don Stefano Dolci, insieme ai famigliari e agli amici. Presenti diversi rappresentanti delle istituzioni e importanti personalità del mondo calcistico

I governatori del calcio italiano inseguiti dalle telecamere sul sagrato, i ragazzi della Pontelambrese stretti in chiesa per l’ultimo saluto al fondatore della squadra locale.

Due immagini ideali per raccontare il funerale di Carlo Tavecchio, che è stato celebrato oggi nella chiesa parrocchiale del paese: la dimensione pubblica e privata che hanno contraddistinto la sua vita si sono incontrate per un momento di dolore condiviso da centinaia di persone.

Molti i presenti per l’ultimo saluto all’ex sindaco, rimasto in carica per vent’anni, di Ponte Lambro ed ex presidente della Figc, qualcuno è rimasto persino all’esterno della chiesa. I funerali sono stati presieduti da don Stefano Dolci. Sulla bara, insieme ai fiori, anche la maglietta arancione della Pontelambrese, la squadra che proprio lui aveva fondato nel 1974 e il cui presidente, Federico Laiso, insieme a tanti membri dell’associazione sportiva, è stato presente oggi. Al loro fianco anche i rappresentanti dell’amministrazione comunale di Ponte Lambro, oltre a sindaci e amministratori del territorio.

Il calcio ha ricoperto un ruolo importante nella vita di Tavecchio e ha avuto grande rappresentanza oggi a Ponte Lambro, a partire dal ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi. E poi ancora Gabriele Gravina, attuale presidente della Figc, Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, gli storici dirigenti Antonio Matarrese e Adriano Galliani, Urbano Cairo, presidente del Torino e di Rcs MediaGroupe, Demetrio Albertini, storica bandiera del Milan e presidente del settore tecnico della Figc, Evaristo Beccalossi, oggi capodelegazione della nazionale italiana under 19, l’ex calciatore comasco Gabriele Oriali, il sindaco di Verona ed ex bandiera della Roma Damiano Tommmasi, il campione olimpionico di canottaggio e Pierluigi Marzorati, leggenda della Pallacanestro Cantù.

«Lo sport è la grande metafora della vita - ha detto il parroco Stefano Dolci - e Carlo aveva davvero a cuore il mondo giovanile, quello del dilettantismo, certo che lo sport possa essere un mezzo importante per arrivare alla maturazione umana. Oggi Carlo ha terminato il suo campionato, speriamo possa ricevere in premio quella corona che non appassisce di cui parla san Paolo»

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