Merone, nuove aziende dentro la cementeria e un campus nell’ex villaggio operaio

Riqualificazione Il consiglio comunale ha approvato l’atto di indirizzo per il futuro dell’area. Il sindaco: «Idee condivise da Holcim. Cittadella industriale e scuola edilizia e del design»

Rilanciare dal punto di vista economico l’area dell’Erbese utilizzando la parte dismessa del cementificio di Merone, dentro alla quale potrebbero trovare sede aziende manifatturiere (con, si spera, nuova manodopera) e allo stesso tempo utilizzare l’ex villaggio operaio come campus di formazione per l’ambito edile: una sorta di Bauhaus lombardo.

È questa, per sommi capi, la proposta dell’amministrazione comunale di Merone, che ha approvato l’atto di indirizzo per quanto attiene l’area della ex cementeria, con linee guida che Holcim, la società proprietaria, sembra concordare.

Nel dettaglio

Cosa si vorrebbe fare lo spiega il sindaco di Merone Giovanni Vanossi: «Abbiamo portato in consiglio comunale un’idea per il futuro di parte del complesso industriale utilizzato dalla cementeria di Merone. Una quota importante, si parla infatti di circa la metà, e in più abbiamo considerato un intervento anche al villaggio operaio. Ormai all’interno della struttura non si produce più cemento ma si macina e si ha la parte amministrativa - aggiunge il sindaco - . Nell’area dismessa si dovrà andare verso una riqualifica e i desiderata dell’amministrazione sono stati concentrati nell’indirizzo votato in consiglio comunale, che vede una disponibilità di massima da parte di Holcim».

Lo stato attuale

Il primo cittadino di Merone fa una disamina dell’attuale situazione: «L’area del villaggio operaio è stata in parte venduta o affittata, per la parte che non lo è ancora, noi proponiamo ad Holcim di utilizzarla come campo di formazione per quanto riguarda l’ambito edile. Una una scuola del muratore ma anche di design del cemento e di architettura di interni. Un polo formativo, di ricerche e studio con focus sul cemento e sul design, una sorta di Bauhaus moderno» azzarda Vanossi.

La grande distesa di edifici potrebbe essere in parte abbattuta: «Dobbiamo provare a far conciliare le esigenze nostre e quelle dell’azienda - aggiunge il sindaco - l’invito è ad abbattere le strutture inutilizzate per non creare problemi di sicurezza con persone non identificate che entrano negli edifici dismessi. Per quanto riguarda gli altri edifici che oggi si ritiene di mantenere la richiesta del Comune - spiega Vanossi - è di riutilizzarli per creare una piccola cittadella industriale sostenibile, che si occupi in particolare di logistica e assemblaggio e porti ad un rilancio del territorio. Di certo non si ritiene plausibile l’inserimento di centri commerciali».

Un’altra era

Prosegue Vanossi: «Finisce un’era e ne inizia un’altra, da parte nostra c’è la volontà di trovare un accordo con l’azienda e anche da parte loro c’è una completa disponibilità a ragionare su questi indirizzi. Tra le richieste che abbiamo avanzato c’è anche quella di alleggerire il traffico dei mezzi pesanti su via Volta».

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