
Ospedale di Erba: «Meno attese al pronto soccorso»
Sanità Il cantiere si dovrebbe chiudere a fine gennaio. «Per noi era un obiettivo primario migliorare i servizi»
Erba
Al termine dei lavori, che si concluderanno alla fine di gennaio, il pronto soccorso dell’Ospedale di Erba offrirà un servizio più efficiente: l’obiettivo è far attendere i pazienti il meno possibile, grazie all’allestimento di nuove sale e alla riorganizzazione del servizio. La sperimentazione, promossa dal primario Fausto Fazzini, sta dando i suoi frutti.
Il pronto soccorso è un cantiere aperto già da qualche mese. La riorganizzazione dell’area di emergenza è una priorità per Lifenet Healthcare, il gruppo milanese che lo scorso anno ha rilevato la struttura dalla Provincia Lombardo Veneta dei Fatebenefratelli. I protagonisti della rivoluzione sono tre: il direttore generale Vincenzo Trovato, il primario Fazzini e il nuovo direttore sanitario Raffaele Morrone, che è arrivato a Erba da due settimane e dovrà garantire la qualità del servizio.
«La riorganizzazione del pronto soccorso è stata individuata da subito come una priorità, l’ottimizzazione dei flussi comporterà maggiore efficienza e un miglioramento delle cure» garantisce il direttore generale Vincenzo Trovato, che ieri mattina ha guidato i giornalisti in visita al cantiere. «Questo pronto soccorso accoglie 32mila persone all’anno, stiamo lavorando da mesi e proseguiremo fino alla fine di gennaio senza mai interrompere il servizio».
Fazzini, approdato a Erba lo scorso anno dopo una lunga esperienza al pronto soccorso del Niguarda di Milano, racconta che cosa cambierà. «L’obiettivo razionalizzare la fase di accesso, prendendo in carico il più velocemente possibile i pazienti e indirizzandoli verso la destinazione finale che può essere un reparto piuttosto che la dimissione a breve» dice il medico.
Il progetto
All’interno del pronto soccorso è stata rinnovata l’area di accettazione, che ha anche un letto a disposizione per i pazienti in entrata; qui è stato ricavato anche il nuovo ingresso per le barelle. Le grosse novità sono una sala di osservazione breve intensiva e l’astanteria.
«L’osservazione breve intensiva comprenderà sei letti attrezzati, sono già stati prediposti tutti gli attacchi per i macchinari. È un vero e proprio reparto dove i pazienti inizieranno ad essere curati, in attesa del trasferimento in reparto piuttosto che in sala operatoria. Il pronto soccorso non può essere un “parcheggio” dei pazienti in attesa della destinazione finale, deve essere un luogo in cui partono le cure» spiega il primario.
I servizi
L’astanteria, con cinque letti e servizi igienici, sarà invece «una zona in cui vengono ricoverati temporaneamente pazienti che non hanno bisogno di cure intensive, ma devono attendere magari per una notte il trasferimento in una Rsa, in un centro di riabilitazione piuttosto che il ritorno a casa con l’attivazione dell’assistenza domiciliare» continua Fazzini. «Questa zona consentirà di non occupare inutilmente letti nei reparti».
Completano il quadro aree separate per il trattamento dei pazienti a seconda del codice di ingresso (verde, giallo, rosso) e i servizi igienici a disposizione delle persone in attesa. «La difficoltà di questo progetto sta nel riorganizzare completamente il lavoro e gli spazi in uno stabile che ha cent’anni di età, siamo riusciti a seguito di uno studio approfondito in collaborazione con architetti e specialisti» conclude il direttore Trovato.
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