Ospedale, ora non cambia nulla: «E ci aspettiamo investimenti»

Sanità Le reazioni in città il giorno dopo la cessione del Fatebenefratelli a Lifenet. La proprietà annuncia «Nuovo slancio». Zoffili: «I servizi non si toccano, vigileremo»

L’accesso alla struttura resterà gratuito, con tutti i servizi garantiti. La vendita dell’ospedale Fatebenefratelli al gruppo Lifenet Healthcare non comporta stravolgimenti sul breve termine, gli accreditamenti regionali passano semplicemente dalla vecchia alla nuova società. Se poi fra qualche mese spuntasse l’ipotesi di ridimensionare i reparti meno redditizi, le istituzioni e la politica si faranno sentire.

Rassicurazioni

Ora che Lifenet ha annunciato l’acquisto dell’ospedale, molti si chiedono se il passaggio da un gruppo non profit (la Provincia Lombardo Veneta dei Fatebenefratelli) a una società privata, partecipata dal fondo Exor degli Agnelli, comporti la perdita della sanità pubblica sul territorio. La risposta è no. Chi entrerà all’ospedale a gennaio non noterà alcun cambiamento: stessi medici, stessi infermieri, stesse prestazioni coperte dal servizio sanitario nazionale.

La cessione avverrà gradualmente. La struttura e i dipendenti sono stati scorporati dalla Provincia Lombardo Veneta dei Fatebenefratelli e traslati in una nuova società, la Ospedale di Erba srl, che Lifenet - con un accordo firmato il 22 dicembre - si è impegnata ad acquistare al cento per cento entro i primi mesi del 2024. Ieri Regione Lombardia ha effettuato la voltura degli accreditamenti dai Fatebenefratelli alla Ospedale di Erba srl.

Le parole di Nicola Bedin, amministratore delegato di Lifenet, lasciano ben sperare: «Siamo fortemente motivati - ha detto l’imprenditore - a lavorare alacremente per dare un nuovo slancio alle attività dell’ospedale per renderlo sempre più un punto di riferimento per la comunità territoriale e la Regione Lombardia». Certo l’obiettivo finale, a differenza di quanto accadeva con i frati, sarà il profitto.

Non si può escludere che fra qualche mese la proprietà pianifichi una ristrutturazione dei servizi, eliminando i comparti meno remunerativi: a quel punto partirebbe una trattativa con Regione Lombardia, ma le istituzioni e la politica non farebbero sconti.

Un primo assaggio lo ha dato la scorsa estate il sindaco Mauro Caprani. Quando ancora non si sapeva chi avrebbe rilevato l’ospedale, il primo cittadino ha detto di essere pronto «a fare le barricate» per mantenere in città il pronto soccorso.

Le attese

Ora che l’iter della vendita si è concluso, i politici alzano la posta. «Non prendo neanche in considerazione l’ipotesi che possano essere ridotti dei servizi - dice il deputato Eugenio Zoffili (Lega) - perché i reparti di emergenza-urgenza, maternità e pediatria sono imprescindibili. Voglio conoscere al più presto i nuovi proprietari, mi aspetto investimenti sulla struttura e sui dipendenti. Tantissimi erbesi in questi mesi ci hanno chiesto del futuro dell’ospedale, conto di poterli rassicurare al più presto».

Per Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, «la vicenda sembra essersi risolta nel migliore dei modi con l’acquisto da parte di un gruppo attivo nel settore della sanità privata accreditata. Resto fiducioso del fatto che verranno garantiti tutti i posti di lavoro e che la struttura erbese, che tra l’altro ha fatto nascere migliaia di bambini e si è distinta per la qualità delle cure, resti un valido punto di riferimento per la sanità territoriale. A Regione Lombardia il compito di vigilare che questo accada nell’interesse di tutta la comunità».

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