Quell’ossessione folle contro il comandante. L’ultimo litigio sulle ferie. «Ma cosa fai?» Poi gli spari

Delitto in caserma Il brigadiere ha risparmiato il piantone accorso in aiuto del maresciallo. Tre ore di interrogatorio davanti ai pm: «Mi perseguitava»

Pochi secondi. Il tempo di uno sparo, il primo, in pieno petto. Poi di altri due colpi calibro nove, con la pistola d’ordinanza, una Beretta 92, chinato in avanti quasi a voler guardare più da vicino la propria vittima. Il tutto mentre il piantone sopraggiungeva per vedere quello che stava avvenendo, lui che solo pochi attimi prima aveva salutato il comandante come faceva tutti i giorni. Prendendolo in giro per il calcio, per il lavoro, battute quotidiane. «Salgo nell’alloggio», sono state le ultime parole. Poi, poco dopo, un urlo - «ma cosa fai?», «cosa stai facendo?» - e il botto. Pochi secondi, dicevamo. Quelli che hanno portato dalla vita alla morte il luogotenente Doriano Furceri, comandante della stazione dei carabinieri di Asso, ucciso dal collega Antonio Milia, brigadiere.

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