«Sei stato il papà che tutti vorrebbero»

Alserio Commozione per l’addio a Giacomino Lazzari, il direttore delle Poste di Lora morto mentre stava raccogliendo funghi

«Ci hai aiutato ad ingrandire il grandissimo puzzle della tua vita, e questa chiesa lo dimostra. Ciao papà». Si è chiuso con queste parole, pronunciate dalla figlia Katia il rito funebre per Giacomino Lazzari, residente ad Alserio, scomparso tragicamente giovedì mentre cercava funghi nei boschi della Muggiasca. La chiesa parrocchiale di San Lorenzo, a Vendrogno, suo paese natale, ieri traboccava di amici e di conoscenti, non solo della Muggiasca. Alla cerimonia anche tanti colleghi di lavoro dell’uomo, 61 anni, direttore dell’ufficio postale del quartiere comasco di Lorta.

C’era anche la Confraternita veneziana dei Candelott, di cui Lazzari faceva orgogliosamente parte, con il collare di velluto rosso bordato d’oro e la medaglia che raffigura il calice e riporta il nome della confraternita stessa appoggiati sulla bara, accanto alla fotografia.

Le parole della Fede

Ha celebrato la messa il parroco bellanese don Emilio Sorte, con accanto don Angelo Olgiati, sacerdote residente a Vendrogno, e don Antonio Brunello, ex parroco di Casargo. «Succedono cose che nessuno pensa, molto più spesso di quanto si vorrebbe pensare: tragedie immani attraversano l’umanità da sempre», ha detto il sacerdote per ricordare quanto accaduto a Giacomino.

Sgomento, confusione. Dolore: tanto dolore. E forse anche rabbia per una morte arrivata troppo presto. Una serie di sentimenti che ribollono per i quali, secondo il sacerdote, c’è bisogno della parola di Gesù, come è successo a Giobbe che di fronte alla tragedia della sua vita si è prostrato ed ha detto: «Sono nato nudo dal seno di mia madre, così torno».

«Nel momento in cui si è reso conto che non c’era più nulla da fare per lui, avrà pensato ai suoi cari, al Signore, alla voglia di vivere, all’affetto ed alla vicinanza che non poteva più dare - ha detto don Emilio parlando di Giacomino - L’ultimo bacio l’ha dato a sua moglie prima di partire per cercare funghi sulla sua amata montagna. È stato un uomo dalla fede semplice, ma forte come è la vita da queste parti». Tanti hanno voluto ricordare il defunto con qualche parola di affetto.

«Per ciascuno di noi, sei stato unico: “il Giacomino”. Per dire chi era lui, basta il suo nome», ha detto una delle sorelle. La figlia Katia si è rivolta al padre dicendo: «Ci hai fatto un brutto scherzo. Hai fatto un viaggio per il quale non hai comprato il biglietto».

Ha ricordato quindi «l’eccezionale bontà, la disponibilità sempre» con cui si è dedicato alla famiglia: «Se ti chiedevano dieci, tu davi almeno venti. Eri la nostra pettegola preferita. Magari di poche parole, ma quelle giuste. Sei stato un papà che tutti vorrebbero avere, amorevole, preciso, simpatico e gran burlone. Ti ritroveremo da qualche parte ma, mi raccomando, non nasconderti troppo».

La tragedia

Giacomino Lazzari risiedeva ad Alserio con la moglie Sonia sposata nel 1993. Giovedì mattina era salito all’alpe Camaggiore per cercare funghi ed aveva tardato a tornare a casa, facendo scattare le ricerche che nel pomeriggio hanno portato alla scoperta del suo corpo senza vita, precipitato per circa 150 metri in una zona impervia.

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