Spara alla ex, si barrica in casa e si uccide

Inverigo Tragedia in una corte di Cremnago. L’uomo ha atteso l’arrivo della donna e delle le due figlie di sei e otto anni. Colpita allo zigomo, è riuscita a dare l’allarme. Una sorellina ha gettato le chiavi dalla finestra per far entrare i carabinieri

Una pistola Beretta 6.35 in pugno, con il caricatore pieno, e altri 15 proiettili pronti. Lui era lì, in casa, ad aspettare l’ormai ex compagna, dalla quale aveva avuto due figlie, per quello che è sembrato un agguato. Le ha sparato al volto, colpendola allo zigomo. Ma l’intenzione era quella di ucciderla. Poi si è tolto la vita.

Maurizio Beghè, 61 anni, conosceva le abitudini della compagna, Chiara Musetti, 32 anni, e l’ha attesa a casa, a Cremango, in via Roma 67/A, all’ultimo piano di un edificio giallo all’interno di una corte abbastanza isolata, non lontano dalla Trattoria Edda.

L’uomo aveva vissuto con la compagna in quella abitazione per almeno sette anni: avevano iniziato a convivere lì quando la figlia più piccola era appena nata e la sorellina doveva ancora nascere.

Sette anni - secondo i vicini - comunque burrascosi. Arrivati negli ultimi tempi alla denuncia della donna nei suoi confronti. E poi all’allontanamento dell’uomo da casa, che era andato a vivere in alto lago da un’altra figlia, avuta da una precedente relazione.

L’agguato

Ma lui non si era dato pace. Così ieri pomeriggio è andato a casa. Seppure ipoteticamente non avesse più le chiavi dell’abitazione, è riuscito comunque a entrare, forse con una copia che si era fatto all’insaputa della compagna. In pugno aveva la pistola.

Poco dopo le 15 Chiara Musetti ha lasciato il lavoro, all’Iperal di Arosio, ed è andata a prendere le figlie di 8 e 6 anni alle scuole elementari. Poi è tornata a casa e ha lasciato la macchina nel cortile. È salita in casa, ha aperto, e si è trovata di fronte l’ex compagno. Erano passate da poco le 16.

La situazione è precipitata in pochissimi istanti. Beghè è riuscito a prendere le due bambine, nonostante il tentativo di difenderle da parte della madre. Lui le ha puntato la pistola in faccia. E ha sparato. Voleva ucciderla. Il proiettile l’ha colpita allo zigomo sinistro. Ma pochi centimetri più in là quel colpo sarebbe stato fatale.

Chiara Musetti è riuscita a scappare, mentre l’uomo si è barricato in casa con le due bambine. Prima ha chiesto soccorso alla vicina, che ha chiamato i carabinieri. Poi ha avvisato altri vicini.

I soccorsi

Nella corte di via Roma sono arrivati i carabinieri della Stazione di Lurago d’Erba, con il comandante, luogotenente Gianfranco Mastroianni, e del Radiomobile della Compagnia di Cantù, insieme all’ambulanza del Sos di Lurago d’Erba, l’automedica del Lariosoccorso di Erba e i vigili del fuoco, intervenuti nel caso fosse stato necessario sfondare la porta. Si temeva per la vita delle bambine.

Ne sono seguiti momenti di vero panico: la donna era ferita, ma non voleva assolutamente lasciare le sue figlie in balìa del padre.

È stato poi il gesto coraggioso di una delle due figlie a cambiare la situazione: infatti la piccola è riuscita a prendere un mazzo di chiavi dell’appartamento e a gettarle dalla finestra, in modo tale che i carabinieri potessero entrare in casa. Così i militari sono potuti intervenire, con il timore che l’uomo armato potesse sparare anche a loro. Ma quando sono entrati nell’appartamento era chiaro quello che era avvenuto: le bambine erano libere, mentre Maurizio Beghè si era tolto la vita nella camera da letto dell’abitazione.

Le piccole per fortuna erano sane e salve: a loro non sarebbe stato torto nemmeno un capello. La donna, invece, medicata dai soccorritori, dopo aver a lungo parlato con i carabinieri, è stata portata in ambulanza, insieme alle figlie, all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia.

Ma ci sono alcuni aspetti ancora da chiarire: la pistola, con regolare matricola, non risulta denunciata. Inoltre non si sa come Beghè sia arrivato in via Roma: la sua macchina, infatti, non era nel cortile. Forse l’aveva parcheggiata più lontano, per evitare che la compagna, arrivando, sospettasse della sua presenza.

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