«Stop alle incursioni». L’ex ristorante Cisa
verrà murato

Anzano del Parco La presa di posizione dopo l’incendio. Il vicesindaco Salzano: «Parte dello stabile è privata, servono subito interventi»

Anzano del Parco

Gli accessi sul fronte e sul retro dell’ex albergo e ristorante Cisa, sul curvone della statale Briantea, saranno sigillati e murati il prima possibile.

Questa la certezza che arriva dal vicesindaco e assessore, Lorenzo Salzano. Quanto è successo nel tardo pomeriggio di sabato, Vigilia di Pasqua, fa capire che il problema sicurezza non può più aspettare.

Intervento alla vigilia di Pasqua

L’area è completamente abbandonata da anni: poco prima delle 18.30 dalle finestre, soprattutto quelle al piano superiore, aveva iniziato a uscire un fumo via via sempre più denso. Sul posto si erano subito portati i Vigili del fuoco con due mezzi da Erba e da Cantù. Sul posto anche gli agenti della Polizia locale intercomunale per le verifiche del caso. I Vigili del fuoco erano intervenuti, anche con le scale, sia dalla parte anteriore, quella che si affaccia sulla Briantea, sia dalla parte posteriore, quella su viale Ortelli, strada di ingresso al centro paese.

Ancora una volta, come conferma Salzano, la causa del danno è stata l’ennesima intrusione (come già avvenuto anche la scorsa estate) da parte di ragazzi che avrebbero dato fuoco a giornali, materiali e materassi dismessi. Alcuni mesi fa erano stati individuati i ragazzi adolescenti, responsabili di un’intrusione: il sindaco, Rinaldo Meroni, aveva fatto una dura reprimenda mettendo in guarda anche per la sicurezza e l’incolumità della struttura abbandonata da almeno 14 anni. Già mesi fa si era parlato di interventi necessari e di sigillatura, tramite muratura degli accessi, ma non si è ancora intervenuti. Pur non essendo di proprietà comunale, Salzano, con l’aiuto della Protezione civile e di volontari, in accordo con l’Agenzia del Demanio, aveva ripulito da rovi ed erbacce la giungla che si era creata nel piazzale di ingresso.

Le decisioni

«Per anni non è stato fatto nulla: appena eletti a giugno siamo intervenuti – spiega il vicesindaco – La struttura era stata confiscata come pena accessoria nel procedimento dell’epoca legato allo sfruttamento della prostituzione. Ho contattato personalmente l’Agenzia del Demanio. Approfondendo lo stato delle cose, si è scoperto che nel 2022 la parte ristorante è stata dissequestrata, perché non legata al reato iniziale ed è andata a una società privata, che era subentrata e che nulla ha a che fare con il reato e i sequestri precedenti. Questo pone un problema. In tanti, negli anni, hanno parlato di area da recuperare dall’Agenzia del Demanio per trasformarla in palazzina per finalità pubbliche o sociali. Qui siamo però in presenza dell’Agenzia, ma a anche di un proprietario privato. Ho incontrato tutti gli attori e c’è la massima collaborazione in tema di sicurezza, ma noi come Comune non possiamo andare, senza accordi, a murare una proprietà privata. Quanto è successo però non ammette più ritardi: ci muoveremo nel brevissimo perché tutti gli accessi vengano murati e sigillati».

E il futuro dell’area? «Per ora è presto parlarne, ma il Demanio quasi certamente procederà alla vendita – chiosa Salzano – Chi subentrerà credo che andrà verso la demolizione dello stabile, perché è fatiscente, e verso una ricostruzione credo non con fini alberghieri o di ristorazione».

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