Notifiche a persone e legali morti: l’udienza sulla strage già a rischio

Richiesta di revisione La Corte d’Appello indica nel decreto di citazione soggetti deceduti. In aula pure due differenti esponenti di altrettante procure generali (forse) in disaccordo tra loro

Il decreto di citazione per discutere l’istanza di revisione del processo sulla strage di Erba sembra il prologo perfetto per un’udienza potenzialmente caotica. O, peggio, per un’udienza che rischia di slittare per difetti di notifica. Anche perché nell’elenco delle persone a cui notificare la fissazione dell’udienza dell’1 marzo, compaiono persone purtroppo ormai decedute, ma pure avvocati che non assistono più da anni i loro clienti, nonché ben due differenti esponenti di altrettante procure generali. Che, potenzialmente, in aula potrebbero anche sostenere posizioni differenti.

Conflitto tra Procure

Il giorno dopo la notifica dell’udienza dell’1 marzo, si chiarisce ancor di più che l’appuntamento in Tribunale a Brescia non è il via libera alla revisione del processo. Proprio la Corte d’Appello di Brescia, tanto per fare un esempio, nell’autunno del 2022 aveva fissato un’udienza per discutere della richiesta di revisione del processo per la strage in piazza della Loggia del 1974. In quell’udienza i giudici avevano ascoltato la richiesta del procuratore generale e quella della difesa e, poi, sentenziato la conferma della condanna, rigettando la richiesta di revisione.

Traslando quel caso sulla vicenda di Erba, l’udienza dell’1 marzo ha lo stesso identico valore: non già una revisione, ma la «discussione dell’impugnazione proposta».

Prima curiosità: in aula a Brescia ci saranno ben due procuratori generali: quello di Brescia e quello di Milano. E c’è davvero molta curiosità per comprendere se da Milano arriverà Cuno Tarfusser, ovvero il magistrato che ha predisposto la richiesta di revisione, oppure Francesca Nanni, che è capo della Procura generale e che ha sottoposto il suo sostituto a un procedimento disciplinare per aver predisposto l’atto senza informare - come prevede la prassi - la responsabile dell’ufficio.

Non è una questione di poco conto, perché Tarfusser in aula si ritroverebbe ovviamente a difendere la sua richiesta e, quindi, a sollecitare la revisione, mentre Francesca Nanni chiederebbe il rigetto della revisione, visto che ha inviato a Brescia l’atto con un parere negativo, bollandolo come inammissibile sia nella forma che nel merito. Ciononostante la stessa Procuratrice generale, sentita ieri dall’Agi, ha detto: «L’approfondimento è opportuno considerando la delicatezza del caso, il grande rilievo mediatico e visto che la difesa ha presentata un’ulteriore richiesta con altri elementi che si è aggiunta a quella di Tarfusser».

Il fatto è che per la prima volta nella storia giudiziaria italiana in un’aula di giustizia potremmo assistere a due organi della Procura in disaccordo tra di loro.

Difetto di notifica?

Sempre che l’udienza dell’1 si terrà regolarmente. Perché per come è stato predisposto l’atto, ci potrebbero essere dubbi sull’esistenza di difetti di notifica. Nel decreto, infatti, si cita ad esempio l’avvocato Manuel Gabrielli come legale della famiglia Frigerio, quando è noto che purtroppo l’avvocato di parte civile è morto proprio un anno fa. Oppure si cita, ancora, Carlo Castagna, anche lui deceduto, e come avvocati dei Castagna e dei Marzouk legali che non li assistono più. E, insomma, poi magari nessuno si metterà a fare discussioni e a sollevare problemi, ma di sicuro l’udienza dell’1 marzo prossimo non nasce sotto i migliori auspici.

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