Strage di Erba, tutto rinviato al 10 luglio. L’avvocato Schembri: «Le sentenze hanno nascosto i dubbi»

Processo di revisione A Brescia parlano i legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi. L’udienza in diretta

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Si dovrà attendere il 10 luglio prossimo per sapere se il processo per la strage di Erba dovrà essere riaperto oppure no.

Già dalle 5 di questa mattina all’esterno del palazzo di giustizia di Brescia hanno iniziato a radunarsi i primi curiosi, interessati a entrare in aula.

In coda dalle 5 per Rosa e Olindo. Video di Paolo Moretti

A Brescia anche Azouz Marzouk, che all’arrivo verso palazzo di giustizia non ha voluto chiedere scusa ai fratelli Castagna per averli accusati di avere a che fare con il delitto.

Azouz Marzouk: e le scuse ai Castagna?. Video di Paolo Moretti

Questa la cronaca della giornata.

Ci si rivede a luglio

L’udienza è stata rinviata al 10 luglio

«Le sentenze hanno nascosto i dubbi»

Fabio Schembri ha concluso il suo intervento poco dopo le 16 attaccando i giudici che hanno condannato Rosa e Olindo: «Le sentenze non hanno spiegato i dubbi, ma li hanno nascosti».

Rinvio certo, e non sarà breve

Il presidente della corte Minervini ha ufficializzato ciò che appariva chiaro fin dal mattino: «C’è tanta carne al fuoco. Ci sarà un rinvio».

Lite in aula

Fabio Schembri parla delle vie di fuga alternative dalla casa della strage e mostra una fotografia, ripresa giorni dopo, in cui la pianta che ostruiva il passaggio alla ringhiera e quindi alla possibile via per scavalcare e scendere in via Diaz è spostata. In realtà, com’è noto, vi è una foto di quella sera che mostra la pianta nella sua posizione originaria.

La decisione di Schembri di far vedere l’altra foto scatena la reazione dell’avvocato generale, Domenico Chiaro: «Presidente, non è nel fascicolo. A parte che non dice nulla, la pianta si poteva spostare in un attimo e poi abbiamo la foto della sera».

Le foto del delitto

Di nuovo si torna a imputare ai pubblici ministeri della Procura di Como di aver mostrato le fotografie della scena del crimine a Olindo Romano e Rosa Bazzi il giorno della confessione. Lo ha fatto in aula l’avvocato Schembri. Il fatto è che a risentire tutti gli audio di quegli interrogatori non c’è un solo momento in cui si evince questo fatto. La sola a parlarne è Rosa Bazzi, mesi dopo.

«L’avvocato gli portava via i soldi»

Ecco le accuse gravissime di Fabio Schembri al collega Troiano: «L’avvocato d’ufficio di Olindo Romano gli stava portando via tutti i soldi. Ha ricevuto un pignoramento, gli faceva firmare conto in bianco».

Schembri, affondo contro l’ex avvocato e lo psichiatra

L’avvocato Fabio Schembri sta attaccando a muso duro: ha criticato il primo difensore dei coniugi Romano, l’avvocato Pietro Troiano, quindi ha duramente stigmatizzato il lavoro di Massimo Picozzi, lo psichiatra nominato dallo stesso Troiano per fare una consulenza sulla capacità di intendere e di volere dei due coniugi.

Sulla Bibbia solo invenzioni

L’avvocato Fabio Schembri: «Quando Olindo si accorge che non gli danno quello che vorrebbe, cioè la cella matrimoniale e la vita con sua moglie, allora torna indietro e scrive che non è colpevole. Non perché lo fosse, ma torna indietro dalle invenzioni che fino a quel momento aveva scritto sulla Bibbia».

«Rosa incapace di prendere un bus»

Il pomeriggio è ripreso con l’intervento ancora dell’avvocato Fabio Schembri, che sta trattando il tema delle asserite confessioni estorte: «Adesso vi dico chi è Rosa. Rosa non sa prendere un autobus, non sa leggere e non sa scrivere, non sa digitare un numero di telefono. E l’unica preoccupazione di Olindo era quella di mandare Rosa a casa. Compiono entrambi un atto generoso, ciascuno per salvare l’altro».

«Le nuove consulenze sono prove nuove»

L’avvocato Patrizia Morello, uno dei legali dei coniugi Romano, prende la parola per parlare del perché gli elementi presentati dalla difesa sono “prove nuove”. E dice: «La Cassazione sostiene che costituiscono prove nuove dal punto di vista scientifico anche le consulenze che non esistevano all’epoca, basate su un metodo astrattamente disponibile ma che non erano state espletate».

L’avvocato mette in bocca a Frigerio parole mai dette

Fabio Schembri: «Frigerio ha riconosciuto un soggetto sconosciuto di etnia araba. E questo è un dato certo».

Il legale dei coniugi Romano, nel suo intervento, continua a ripetere passaggi che, in realtà, sono smentiti dagli atti. Mai Mario Frigerio ha parlato di “soggetto sconosciuto di etnia araba”.

Si tratta di una ricostruzione fatta nel verbale sintetico dal pubblico ministero Simone Pizzotti sulla base delle sue domande suggestive, che chiede in merito alle persone che frequentavano la casa di Raffaella Castagna: «Ma tutti marocchini? Perché c’erano tanti tunisini che andavano e venivano».

«Anomalie gravissime»

Fabio Schembri: «Noi non indichiamo reati. Abbiamo indicato dei fatti gravi, delle ammissioni gravi, delle anomalie gravissime che devono essere accertate».

Schembri: «Il 15 Frigerio non ha mai fatto il nome Olindo»

Fabio Schembri: «Nessuno ha osato dire che in data 15 dicembre Frigerio ha riconosciuto Olindo Romano. Qui, invece, l’avvocato generale osa dire questo!»

Schembri accusa il luogotenente Gallorini di aver mentito a processo

Schembri: «Quando Gallorini andò in dibattimento disse che non ha fatto mai il nome di Olindo a Frigerio. È incredibile!».

Un’affermazione che però è smentita dagli atti. Perché anche rispondendo alle stesse domande dell’avvocato Schembri, durante il processo di primo grado, il luogotenente Gallorini ammise di aver fatto il nome di Olindo Romano.

Così Schembri: «Il 20 dicembre lei pose questa domanda, se lo ricorda, al signor Frigerio, la domanda, la risposta non mi interessa “lei conosce il signor Olindo, il suo vicino di casa”?» Risposta di Gallorini: «Questo sì».

Niente sangue a casa dei Romano

Fabio Schembri: «I Ris non hanno trovato tracce di sangue a casa di Olindo e Rosa»

Le foto e le macchie di sangue

Schembri mostra le fotografie scattate quella notte per dimostrare che è tutto asciutto e che quindi è impossibile che non vi siano gocce di sangue nella corte.

Gli assassini erano ancora lì quando arrivano i soccorritori

Fabio Schembri: «Valeria Cherubini ha perso conoscenza durante l’aggressione, ma nelle sentenze non se ne fa alcuna menzione. È impossibile che la signora Cherubini con 8 colpi al cranio abbia potuto gridare aiuto».

«Le sentenze dicono che gli assassini erano già fuggiti quando arrivano i soccorritori. Ma i soccorritori hanno sentito la signora Cherubini gridare “aiuto, aiuto”. Il problema è che la nuova prova dice che l’assassino quando arrivano i soccorritori erano ancora in casa della signora Cherubini. Perché? Perché l’hanno sentita gridare “aiuto, aiuto”».

Prove dell’accusa «fantascientifiche»

Fabio Schembri: «Parliamo di una prova fantascientifica, sulla morte della signora Cherubini»

L’avvocato Schembri: «Rosa e Olindo incompatibili con la strage»

Ha iniziato a parlare l’avvocato Fabio Schembri: «Ci sono consulenze che descrivono una dinamica dei fatti completamente diversa rispetto alla motivazione e che rende incompatibili Olindo e Rosa con la strage di Erba»

Il richiamo del presidente: «Non polemizzate tra di voi»

Il presidente richiama l’avvocato D’Ascola che polemizza ancora l’avvocato generale: «Non parlate tra di voi». La replica del legale: «Noi quando ha parlato l’avvocato generale non abbiamo fatto cenno alcuno, chiediamo lo stesso atteggiamento».

I coniugi Romano non fanno più coppia

Olindo Romano e Rosa Bazzi si sono seduti distanti, non più vicini l’uno all’altra. Non si parlano e non si guardano.

Battibecco dell’avvocato difensore contro l’accusa

L’avvocato Nico D’Ascola critico contro il procuratore generale e l’avvocato della Procura generale, che scuotevano la testa durante l’intervento.

«Mettevi dentro la prova»

Nico D’Ascola: «Queste prove le dovete valutare. Io non ho mai negato che le prove ci fossero, ma voi dovete valutarle. Dovete mettervi dentro la prova e vi rendete conto che questo mondo frana».

«Nessuno ha parlato di criminalità organizzata»

Nico D’Ascola tocca il tema del coinvolgimento dei rivali di Azouz Marzouk: «Nessuno ha parlato di criminalità organizzata» per affrontare il tema delle piste alternative. «Ma di gruppi di nordafricani. Ci sono enormi ingenuità» nella contestazione delle motivazioni della difesa.

«Inchiesta piena di errori»

Nico D’Ascola: «L’inchiesta è piena di confusione ed errori ripetuti»

«Ci sono prove nuove non valutate»

Nico D’Ascola: «Prove nuove sono le prove non valutate. Che non essendo state valutate determinano una lacuna nella motivazione della sentenza».

Meno giornalisti presenti

L’aula stampa nel palazzo di giustizia di Brescia è molto meno affollato rispetto alla prima udienza. La sensazione condivisa è che l’udienza odierna non sarà assolutamente decisiva.

«Frigerio, prova sospetta»

Nico D’Ascola: «Il riconoscimento da parte di Mario Frigerio è una prova sospetta».

Si prevedono tempi lunghi

Il primo avvocato a parlare è Nico D'ascola, che annuncia interventi molto lunghi: «Lo dico subito, noi dobbiamo entrare anche noi nel merito della vicenda per non dare vantaggi ai nostri contraddittori»

Marzouk: «Sempre in pace con tutti»

Azouz Marzouk, tra le altre cose, ha detto: «Conduco questa battaglia per tutti, non posso dire se ho avuto nemici, ho vissuto in pace con tutti». Un’affermazione che sembra contraddire l’ipotesi della difesa dei coniugi Romano secondo cui la strage sarebbe opera di una vendetta proprio contro Marzouk.

Marzouk e le scuse ai Castagna

Azouz Marzouk, intercettato da La Provincia e dal Corriere della Sera, prima dell’arrivo al Tribunale di Brescia non risponde alla domanda più importante che lo riguarda: non è arrivato il momento di chiedere scusa ai fratelli Castagna? «Sono qui per la revisione» si è limitato a dire.

Azouz Marzouk: e le scuse ai Castagna?. Video di Paolo Moretti

I quattro avvocati di Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all’ergastolo per aver ucciso a sprangate e coltellate un bimbo di due anni, Youssef Marzouk, e tre donne, Raffaella Castagna e Paola Galli, mamma e nonna di Youssef, e la vicina di casa Valeria Cherubini, e di aver cercato di uccidere il marito di quest’ultima, Mario Frigerio, prenderanno la parola per chiedere la revisione del processo.

Un appuntamento decisivo: se gli avvocati riusciranno a convincere la Corte che le loro sono davvero nuove prove, e non la riproposizione sotto un’altra veste di prove vecchie e già ampiamente analizzate, allora potremmo arrivare a una riapertura del caso. Altrimenti già oggi - ma più probabilmente in una prossima udienza - i giudici potrebbero dichiarare l’istanza inammissibile e mettere definitivamente la parola fine a questa crudele telenovela (soprattutto per i famigliari delle vittime).

A Brescia, come già avvenuto nella prima udienza dell’1 marzo scorso, non ci sono né i fratelli Castagna, Pietro e Beppe, né i figli di Mario Frigerio, Elena e Andrea.

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