Travolto dal treno, muore due anni dopo

Inverigo Gabriele Vincenzi, 40 anni, era rimasto ferito gravemente al passaggio a livello di via Magni. Il dirigente di movimento era già a processo per lesioni colpose. Ma adesso dovrà essere tutto rivalutato

Inverigo

Ha lottato per due anni, ferito in modo gravissimo da un impatto con un treno che la mattina del 28 novembre 2023 l’aveva travolto dopo che era caduto a terra, scivolando sui binari. Una battaglia contro un destino maledetto, che si è conclusa questa settimana con il decesso di Gabriele Vincenzi, 40 anni di Inverigo.

La procura di Como, che in questa vicenda aveva aperto un fascicolo penale per lesioni – con una prima udienza che era già stata fissata – ha preso atto della morte disponendo l’autopsia e ulteriori accertamenti sulla salma nel tentativo di valutare eventuali connessioni con quello che accadde due anni fa. Un passaggio molto delicato e spinoso, che potrebbe – in caso risposte affermative – portare ad un cambio di contestazione all’unico indagato per questo incidente ferroviario, ovvero Giuseppe Ficara, 56 anni di Asso.

Il dramma alle 7.30 del mattino

Era lui il responsabile del movimento dei treni quella mattina – erano le 7.30 – alla stazione di Inverigo. Secondo quello che contestava il pm Antonia Pavan, insomma, il ferroviere non si era accorto del corpo dell’uomo disteso a terra dopo la caduta, dando comunque il semaforo verde al treno. Il macchinista del convoglio partito da Asso e diretto a Milano, si era poi reso conto dell’uomo steso sui binari e aveva cercato una disperata frenata che aveva ridotto di molto la velocità ma che non era riuscita a fermare il treno in tempo.

L’incidente era avvenuto alla mattina presto al passaggio a livello di via Magni a Inverigo. Le immagini di sorveglianza avevano permesso di documentare l’accaduto, con Vincenzi che con le sbarre alzate del passaggio a livello aveva attraversato per raggiungere la macchina al parcheggio e andare al lavoro. Era però scivolato, cadendo a terra e perdendo i sensi. Nessuno però si era accorto della sua presenza per quasi in minuto e mezzo. Le sbarre si erano abbassate e il treno era stato fatto partire.

Il macchinista come detto si era accorto all’ultimo momento dell’uomo svenuto sui binari. La motrice l’aveva però trascinato per una decina di metri. Sul posto erano arrivati i carabinieri di Lurago d’Erba e la Polfer che aveva poi preso in carico le indagini, comunicando il tutto alla Procura. Il ferito, aveva iniziato quel giorno la sua lunga lotta contro le lesioni molto gravi subite nell’impatto, senza mai più riuscire a recuperare. L’inchiesta aveva poi portato ad attribuire le presunte responsabilità che tuttavia non erano ancora passate di fronte ad un vaglio del giudice.

Più di un minuto dopo la caduta

L’accusa era stata quella di lesioni colpose aggravate. Ma ora la notizia del decesso potrebbe cambiare tutto, anche se ovviamente è ancora troppo presto per avanzare ipotesi in attesa che il medico legale si esprima sulla cause della morte e su eventuali collegamenti con la tragedia avvenuta al passaggio a livello di via Magni.

Il treno partito dalla stazione di Inverigo, stando a quanto ricostruito dall’inchiesta, percorse circa 300 metri prima di arrivare a colpire la vittima. Decisive, nell’appurare la dinamica dell’arrotamento, erano state le immagini delle telecamere che ripresero la vittima cadere accidentalmente inciampando alle 7.28 e 38 secondi della mattina. Il treno in quell’attimo ancora fermo in stazione, visto che l’impatto avvenne oltre un minuto dopo, alle 7.29 e 58 secondi.

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