
Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Mercoledì 26 Marzo 2025
«Ai playoff da protagonisti. Con o senza fattore campo»
Basket Brienza, coach di Cantù: «Conterà molto di più arrivare in condizione. E allora dovranno essere le nostre avversarie a preoccuparsi di noi»
como
Nicola Brienza è un tipo scaramantico. Non appena gli si fa notare che chi ha vinto la Coppa Italia di A2 negli anni dispari, dal 2017 in poi, è sempre salito in serie A, fa partire tutti gli scongiuri del caso: «Diciamo che questo è un ulteriore stimolo…». Battute a parte, questa Coppa Italia non è solo una gioia per il tecnico di Cantù. È anche un motivo per cementare le certezze.
«Coppa e campionato sono due cose diverse - ha detto il coach ieri in redazione -, ma siamo felici di quanto fatto a Bologna: quando sei lì, si gioca davvero. Le facce di chi ha vinto e perso semifinali e finali erano eloquenti. La Coppa arricchisce la bacheca, quando si è trattato di alzare il livello l’abbiamo fatto. È un trofeo che ci ricorda che siamo forti e ci dà una consapevolezza che, a volte, un po’ è mancata».
«La squadra è abituata»
Dalla Coppa Italia al campionato il passo è breve: «Il primo posto ormai è andato, ma ci faremo trovare pronti ai playoff. La squadra è abituata, io stesso li ho vinti, ahimè, due anni fa contro Cantù. Il gruppo è valido e, come dice Pozzecco, quando si hanno gruppi validi, bisogna stare attenti a non fare danni…».
La classifica compatta non aiuta a fare previsioni. Ma quanto sarebbe importante arrivare secondi? «Dobbiamo conquistare i playoff, che faremo, ma se guardiamo la classifica notiamo che Torino è in serie utile da sei turni, ed è tredicesima: c’è un grande equilibrio. Il fattore campo è importante, ma conterà di più come arriveremo ai playoff. Con Pistoia ribaltai il fattore campo due anni fa, a danno di Cantù. E per Cantù lo scorso anno contro Trieste, il fattore campo non incise. Se arriveremo terzi? Ce ne faremo una ragione, preferisco che la squadra arrivi all’appuntamento in condizione. Dico di più: dovranno essere le nostre avversarie a preoccuparsi in che posizione avrà chiuso Cantù».
Le mine vaganti, tipo la “sua” Pistoia? «Rieti, Rimini e Cividale». Cantù non vince da cinque turni in trasferta, può incidere nel rush finale? «È vero - ammette Brienza -, ma diciamo che la nostra crisi di risultati è coincisa anche con tre trasferte consecutive. A Udine abbiamo disputato una partita eccezionale, abbiamo vinto in trasferta senza tifosi in Coppa e anche a Brindisi è stata una partita particolare. Voglio sperare che le partite in cui siamo andati in difficoltà siano solo un ricordo».
«Eventuali nuovi scenari»
L’infortunio di Hogue fa pensare all’innesto di un nuovo giocatore. Servirà? «Tutto va letto a seconda del momento. Se rientrano in fretta Valentini e De Nicolao, io non vedo un’urgenza, perché nei lunghi siamo coperti. Ragionando a lunga scadenza, pensando a un “cuscinetto” nel caso si verificassero nuovi infortuni, allora si aprirebbero nuovi scenari».
La notizia del ritorno di Brienza, la scorsa estate, provocò qualche mugugno in curva. Due anni prima, con Pistoia, aveva eliminato Cantù. Tutto a posto ora con la tifoseria? «Appena tornato - rivela il tecnico - parlai con il direttivo degli Eagles. Mi dissero una cosa che mi fece pensare, ossia che per metà della curva, per i ventenni, io ero un nemico sportivo. Uno che è venuto a vincere a Cantù, contro Cantù. Con i “vecchi” Eagles, ovviamente, non ci sono mai stati problemi: con loro ho bevuto più di una birra in compagnia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA