Cantù in emergenza. Santoro: «Stringiamo i denti»

Situazione «Ad Agrigento senza Baldi Rossi e Cesana è stata dura e lo schema potrebbe riproporsi anche domenica contro la rivelazione Rieti»

«Stringere i denti, compattarci e fare affidamento su chi abbiamo». È il “diktat”, se vogliamo la via, di Sandro Santoro, general manager di Cantù, per superare la situazione attuale, definita senza mezzi termini «delicata». Non certo per i risultati - Cantù è seconda a -2 da Trapani – ma per le assenze prolungate che costringono un roster già stretto di suo a fare gli straordinari. Ad Agrigento senza Baldi Rossi e Cesana è stata dura e lo schema potrebbe riproporsi – il recupero del capitano è difficilissimo e improbabile – anche domenica contro la rivelazione Real Sebastiani Rieti.

Sullo sfondo c’è il mercato, con un paio di trattative apertissime per Riccardo Moraschini e un lungo. La sensazione è che non ci saranno tempi brevissimi.

«Ma tutti noi – dice Santoro – in questo momento ripongo la massima fiducia in chi c’è. Sappiamo che sarà un ulteriore sforzo che chiediamo per compensare le difficoltà di un momento delicato. Per Baldi Rossi e Cesana credo occorra qualche giorno per avere delle tempistiche più precise».

L’emergenza continua, in poche parole: «Ci presentiamo in casa contro Rieti in emergenza, così come lo eravamo ad Agrigento. Ma giochiamo in casa, ci saranno il nostro palazzo, il nostro pubblico e questo può sempre fare la differenza».

Il mercato potrebbe aiutare, ma le trattative imbastite da Cantù richiedono tempo: «L’idea di rinforzarci non l’abbiamo mai abbandonata. Ma quest’anno è stato un mercato particolare: italiani di medio-alto livello per una squadra come la nostra non sono tantissimi. Il timore delle sei retrocessioni, inoltre, ha innalzato il livello dei roster. Se prima c’era un’idea tecnica, poi si è modificata con Cagnardi, ma non per questo il mercato offre soluzioni a portata di mano e non tutte praticabili. Come, per esempio, Pellegrino, un nome spendibile: sarà infortunato fino a febbraio. Inoltre, la serie A è cominciata da poco: chi vuole spostarsi per giocare di più, ha bisogno di almeno un paio di settimane».

La “dead line” è l’ultima giornata di andata, ossia il 26 novembre, ultimo giorno utile per scambi tra società. In un quadro non semplice, puntare un “big” come Moraschini comporta ulteriori difficoltà: «Parliamo di un giocatore vincolato, quindi gli interlocutori sono lui, il procuratore e la società. Per il lungo il discorso è simile. Per ora facciamo di necessità virtù, senza perdere la fiducia in una squadra che deve trovare la forza per fare le cose che ha nelle sue corde».

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