Cantù, scuse finite. Allievi: «Sono Amareggiato»

Basket Il presidente insieme al gm Santoro ha manifestato delusione per l’ennesima sconfitta

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«Chi firma per Cantù sa che c’è una maglia storica che va onorata sempre. Sono arrabbiato? Sì. Ma anche fiducioso», dice il presidente Roberto Allievi. Rincara la dose il gm Sandro Santoto: «Sgomberiamo il campo dalla presunzione e dalla superficialità che abbiamo visto contro Vigevano».

Scosse telluriche a Cantù, a meno di quindici giorni dall’inizio del playoff. Non è piaciuta per niente la sconfitta di domenica contro Vigevano. Non contava (apparentemente) nulla, ed è vero se si parla di classifica. Contava invece tantissimo per tutto il resto. Ospiti della puntata di LE-Basket News, la trasmissione web dedicata al basket canturino, i due dirigenti non hanno fatto nulla per nascondere il proprio disappunto per la sconfitta contro Vigevano, che ha chiuso il campionato.

«Non ce l’aspettavamo»

«Chiudiamo con 14 sconfitte – ha detto Allievi -, non è quello che ci aspettavamo. Sono amareggiato e non ho dormito, ho visto una squadra non all’altezza delle mie aspettative. Mi aspettavo, anche in una partita che contava poco, che tutti dimostrassero cos’è Pallacanestro Cantù e non è successo». Poi, bilanciando, il numero 1 di Cantù ha comunque espresso tutta la sua fiducia nei confronti della squadra: «Certo, sono sicuro che ai playoff, la squadra tirerà fuori il proprio valore come in Coppa Italia e giocherà con determinazione e consapevolezza della maglia che indossano. Qualcuno dice che a Cantù c’è pressione: ovvio, chi firma per Cantù sa perfettamente che ci sono delle aspettative».

Rabbia

Di sicuro, non mancherà un passaggio in palestra: «Certo, perché sono arrabbiato. E cercherà di fare passare il messaggio: da ora in poi si devono vedere orgoglio, testa e cuore. Lo chiede il nostro pubblico, a cui a mia volta chiedo di circondare d’affetto la squadra».

Ancora nero per il ko contro Vigevano («mi ha fatto più male di altre sconfitte»), il gm Santoro spera in un’altra Cantù: «Chi ambisce a obiettivi alti deve trovare motivazioni proprio quando di motivazioni non ce ne sono. Gli infortuni? Oggi sono storia e nelle partite con gli infortunati, c’è stata anche la qualità per vincere, come nelle nove gare su tredici vinte senza McGee».

Primo punto, essere meno superficiali: «Togliamo quella presunzione che ho visto domenica: in questo momento non si può perdere nemmeno la partita a tressette». Cosa servirà ai playoff? «Dobbiamo prendere contezza del potenziale, senza dare nulla di scontato. Ma ragiono ancora su Vigevano: 19 palle perse condizionano chiunque, considerando che abbiamo preso 41 rimbalzi contro 29, significa che abbiamo dilapidato un potenziale. E che c’è stata disattenzione».

E richiama i più esperti al proprio “dovere”: «Ai nostri giovani di talento chiediamo quantità, ma la qualità deve arrivare dai più esperti, per valorizzare la quantità prodotta dal resto della squadra. E, soprattutto, devono condizionare in positivo tutti i più giovani. Pensare che qualcosa possa essere facile, anche se lo sembra in apparenza, è la cosa da cui stare lontani».

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