I boschi della droga: un bilancio degli ultimi mesi e una mappa. Trovati 96 bivacchi e arrestate 24 persone

Il bilancio Dall’arrivo dei “Cacciatori” lo scorso aprile sono stati effettuati oltre 150 blitz nelle aree verdi. Sequestrati quattro chili di stupefacenti e 23mila euro

Era il mese di aprile quando in provincia di Como – per volere del Ministero dell’Interno e su disposizione del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri – arrivavano quelli che in questi mesi abbiamo imparato a conoscere come “Cacciatori”, ovvero un reparto specializzato dell’Arma addestrato a lavorare in aree impervie e impegnato contro lo spaccio di sostanze stupefacenti nei boschi del Comasco, una delle piaghe che più avevano destato allarme sociale tra i sindaci del territorio e tra i cittadini.

Gli interventi

“Cacciatori” arrivati dalle basi in Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna che hanno dato un notevole impulso affiancando i militari delle stazioni del territorio. A mesi dall’inizio di questa operazione abbiamo chiesto i numeri aggiornati di quelli che sono stati gli arresti e i bivacchi geolocalizzati, di cui è possibile vedere la mappa.

Bivacchi che erano gestiti come vere e proprie catene dello spaccio, con pusher a presidiare il cuore dell’attività illegale e staffette a fare avanti e indietro dalle principali arterie di accesso ai boschi. I numeri, dicevamo, sono notevoli. In cinque mesi – da aprile ad agosto – i carabinieri hanno contato 24 arresti, 96 bivacchi smantellati, più di 150 servizi portati a termine anche con il supporto dei Cinofili.

A finire sotto sequestro sono stati circa 4 chili di stupefacente (per la precisione 1,2 chili di eroina, 850 grammi di cocaina, 1,9 chili di hashish), ma anche 23mila euro in contanti e 500 franchi svizzeri. Nelle mani dei militari dell’Arma sono rimasti inoltre 31 telefonini che ora verranno analizzati alla ricerca di contatti e clienti e anche 18 pericolose armi bianche, soprattutto machete per “tagliare” la vegetazione.

Gli obiettivi

La finalità del servizio – hanno sempre rivelato i carabinieri – è stata soprattutto quella di restituire ai residenti le aree verdi finora impraticabili per la presenza di spacciatori ed acquirenti. Fondamentali per il buon esito di queste operazioni – che ora vengono portate avanti anche di notte con appositi visori – sono stati la preparazione dei Carabinieri “Cacciatori” (sviluppata per la ricerca di latitanti nelle località di fitta vegetazione del meridione) unta alla esperienza e alla conoscenza del territorio delle stazioni dell’Arma.

Bivacchi che, è sempre bene ricordare, sono spesso sorvegliati da soggetti armati (nella maggioranza dei casi extra comunitari magrebini irregolari sul territorio italiano) e che si occupano di gestire i contatti telefonici per la compravendita.

«Come detto in altre sedi – ha commentato il colonnello Giuseppe Colizzi, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Como – l’impegno dell’Arma nell’attività di contrasto a questo fenomeno, che da anni infesta una splendida porzione di territorio, sarà portato avanti con costanza e determinazione, senza alcuna esitazione, a testimonianza della convinta presenza dello Stato. Si punta ad un obiettivo multiplo: sgomberare i boschi dalla presenza di delinquenti armati, che in alcune occasioni hanno addirittura minacciato con armi ignari ciclisti in mountain bike, per riconsegnarli ai cittadini, alle famiglie e a chiunque voglia godere a pieno di questi meravigliosi spazi, liberi da una piaga sociale che condiziona quotidianamente la vita degli onesti residenti».

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