Il Golfo di Napoli nasconde una grande scogliera corallina

Nel Golfo di Napoli : qui, a circa 500 metri di profondità , è stata scoperta una grande e antica scogliera corallina , larga oltre due metri e distribuita lungo una parete verticale di più di 80 metri . La scoperta si deve alla nave di ricerca Gaia Blu del Consiglio Nazionale delle Ricerche coordinata dall'Istituto di Scienze Marine di Bologna. La scoperta è avvenuta durante la spedizione scientifica Demetra , alla quale partecipano anche la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, l'Università Politecnica delle Marche e l'Università Federico II di Napoli.

Solo pochissime zone del Mediterraneo ospitano strutture simili , come sottolinea anche Giorgio Castellan del Cnr-Ismar di Bologna, capo missione della campagna: "È un ritrovamento eccezionale per i mari italiani e la sua scoperta rappresenta un tassello fondamentale - rileva - per comprendere il ruolo ecologico degli habitat a coralli profondi e la loro distribuzione , soprattutto nell'ottica di azioni di tutela e restauro ".

L'imponente scogliera è stata esplorata grazie a un veicolo sottomarino a controllo remoto , che ha rivelato una comunità unica per ricchezza di  biodiversità . A dominare sono i coralli bianchi , così chiamati per la loro mancanza di colore, appartenenti alle specie Desmophyllum pertusum e Madrepora oculata, ma ci sono anche coralli ner i, coralli solitari, spugne e altre specie di grande importanza ecologica, oltre a tracce fossili di ostriche e coralli.

La struttura si trova nel cosiddetto ' Canyon Dohrn ', che arriva a circa 1.300 metri di profondità , situato a 12 miglia da Napoli. La prima esplorazione del suo habitat risale solo al 2016 e potrebbe dunque riservare molte altre sorprese. Questo sito è stato infatti scelto, insieme ad altri, dai progetti europei Life Dream , coordinato da Federica Foglini del Cnr-Ismar, e Redress , coordinato da Roberto Danovaro dell'Ateneo marchigiano.

Entrambi i progetti che hanno l'obiettivo di favorire il restauro degli ecosistemi profondi danneggiati dalle attività umane. "L'esplorazione di questa porzione fino ad oggi sconosciuta del Canyon Dohrn ci restituisce l'immagine di un ecosistema marino profondo di straordinario interesse scientifico e valore naturalistico", afferma Frine Cardone della Stazione Zoologica Anton Dohrn. "La scoperta rafforza il valore dei progetti in questo canyon e nel Golfo di Napoli - sottolinea Foglini - e ci offre nuove opportunità per restituire vitalità a un patrimonio fragile e straordinario".

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