Il lupo uccide la capra in strada davanti al pastore. La testimonianza: «Mai avremmo pensato a un attacco con una persona nelle vicinanze»

Gravedona Prima di fuggire nel bosco l’animale ha lanciato un’occhiata di sfida all’uomo. Sbranata la capra Bianchina sulla strada in località Carlino, non lontano da Germasino

Bianchina è rimasta stesa sulla strada tra rivoli di sangue che macchiavano il suo pelo bianco.

Era una delle 130 capre gestite sulla montagna di Germasino da Marco Matterie Cristina Fraquelli. Il lupo l’ha attaccata e uccisa azzannandola al collo, com’è solito fare, a poca distanza dal proprietario, che si trovava un tornante sotto e stava controllando e conducendo il gregge.

Una predazione, insomma, in pieno giorno e in mezzo a una strada carrabile in località Carlino, poco sotto Cagerimo, dove Matteri gestisce la propria azienda assieme alla compagna Cristina. Il pastore ha udito uno strano scampanellio delle proprie capre che si trovavano appena sopra, è montato in auto ed è salito a controllare.

Verso la boscaglia

Ha visto il lupo che in pochi secondi era già riuscito a scuoiare l’animale su una coscia e ne aveva staccato un pezzo. Solo vedendo l’uomo scendere dall’auto e avanzare verso lui, il predatore si è diretto verso la boscaglia.

Ma prima di dileguarsi si è girato ancora a fissare l’uomo che l’ha costretto a rinunciare a sfamarsi. Quasi una sorta di sfida. «Abbiamo sottovalutato il problema – interviene Cristina Fraquelli, che conosce una per una tutte le sue capre – Mai avremmo pensato che con una persona nelle vicinanze il lupo potesse comunque attaccare. Ora che siamo consapevoli che si rischia anche in un contesto così, dovremo escogitare qualcosa di più per difenderci».

Nel 2021 Cristina e Marco si erano dotati di due cani pastore femmina di razza silana, poi, grazie a una campagna lanciata su Gofundme era arrivato anche un maschio e in seguito sono nati dei cuccioli. Ai cani, non a caso, i due allevatori di Germasino erano ricorsi dopo che sempre i lupi, di notte, avevano sbranato una loro pecora chiusa in un recinto dietro di casa.

I cani di razza silana

«I cani li impieghiamo per tutelare gli animali dentro i recinti – prosegue Cristina – . In tutta sincerità non osavamo immaginare che il lupo potesse attaccare in pieno giorno in presenza nostra con il bestiame. Personalmente – aggiunge l’allevatrice – non ho comunque mai pensato che i cani potessero rappresentare la soluzione del problema. Utilizzati bene, sono sicuramente di aiuto, ma la soluzione sta altrove. Vogliamo essere messi nelle condizioni di poter lavorare – prosegue Cristina Fraquelli – con l’uso dei cani anche al pascolo, con la possibilità di sfruttare l’uso civico dei pascoli, comprovato da tempo ma ancora non riconosciuto dalle istituzioni locali, con maggior attenzione, in definitiva, nei confronti di chi ancora svolge il nostro mestiere».

Il lupo non è stanziale e si sposta di molti chilometri, ma dove trova abbondante selvaggina di trattiene anche per dei mesi. Lo scorso settembre il gregge di Matteri e Fraquelli aveva subito un precedente attacco del lupo nei pressi della stalla.

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