
Marte deve il suo caratteristico colore rossastro a un minerale ricco di acqua, la ferridrite , e non all'ematite che si sarebbe formata successivamente in condizioni asciutte: lo indicano nuove simulazioni di laboratorio incrociate con i dati raccolti dai rover e dagli orbiter con cui Nasa e Agenzia spaziale europea stanno esplorando il Pianeta Rosso. Lo studio, che suggerisce un passato più umido e potenzialmente abitabile, è pubblicato su Nature Communications da un team internazionale guidato dalla Brown University negli Stati Uniti e dall'Università di Berna in Svizzera.
La ferridrite è un minerale a base di ossido di ferro che si forma in ambienti ricchi di acqua . Sulla Terra è comunemente associato a processi come l'erosione delle rocce vulcaniche e della cenere. Finora il suo ruolo nella composizione della superficie di Marte non era ben compreso, ma questa nuova ricerca suggerisce che potrebbe costituir e una parte importante della polvere che ricopre la superficie del pianeta.
I ricercatori sono giunti a questa conclusione analizzando i dati raccolti dall'orbita marziana con le missioni Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa, Mars Express e Trace Gas Orbiter dell'Agenzia spaziale europea: li hanno poi combinati con misurazioni complementari raccolte a livello del suolo da rover come Curiosity, Pathfinder e Opportunity.
Gli strumenti a bordo degli orbiter e dei rover hanno fornito dati dettagliati della superficie polverosa del pianeta. Questi risultati sono stati quindi confrontati con esperimenti di laboratorio nei quali è stato testato il modo in cui la luce interagisce con particelle di ferridrite e altri minerali in condizioni simili a quelle presenti su Marte. Per rendere la simulazione più realistica, i ricercatori hanno ricreato la polvere marziana utilizzando una macchina che ha permesso di ottenere granelli grandi appena un centesimo di un capello umano. I campioni di polvere sono stati analizzati usando le stesse tecniche delle sonde e dei rover in modo da effettuare un confronto diretto, e i risultati hanno dimostrato che la ferridrite mescolata al basalto genera lo spettro più simile a quelli osservati dalle missioni spaziali. La conferma definitiva potrà arrivare solo quando saranno riportati sulla Terra i campioni di suolo marziano che sta raccogliendo il rover Perseverance.
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