
( foto butti)
Moraschini: «Siamo consci che l’obiettivo della promozione è ancora alla portata»
In campo c’è sempre andato ed è il secondo per minutaggio accumulato. Una presenza costante quella di Riccardo Moraschini: 38 partite giocate su 38, con 890 minuti sul parquet, secondo solo a Grant Basile.
L’esterno emiliano è “uno che conta” nello scacchiere di coach Nicola Brienza. E, dall’alto dei suoi 34 anni e della sua esperienza, fa un bilancio della prima parte della stagione, sua di Cantù, a pochi giorni dall’avvio dei playoff.
Direi bene. Abbiamo beneficiato di qualche giorno di riposo, abbiamo ripreso e ci siamo tutti.
Siamo riusciti a fare degli allenamenti al completo la scorsa settimana, questa è un’altra in cui ci potremo allenare bene. Al completo, ci si allena sempre meglio, non è una novità.
Sicuramente vogliamo seguire la sfida di domani (oggi, nda) e conoscere il nome della nostra avversaria. Ma, in primis, ci dobbiamo concentrare su noi stessi
Onestamente non saprei come rispondere. Fortitudo e Pesaro sono due squadre lunghe e molto ben costruite. In trasferta ci hanno messo entrambe in difficoltà. Preferenze non ce ne sono, ma mantenere il fattore campo sarà il nostro primo obiettivo.
Udine ha ottenuto una promozione diretta meritata, perché è stata la squadra più continua: una volta raggiunta la prima posizione, l’ha mantenuta.
Noi siamo stati un po’ troppo altalenanti, con qualche blackout di troppo in trasferta. Purtroppo, quelle cinque sconfitte consecutive hanno un po’ condizionato la corsa al primo o al secondo posto.
Forse la stagione regolare è stata un po’ al di sotto delle aspettative, ma l’obiettivo della promozione è ancora alla portata: i playoff sono fatti apposta per questo e daremo tutto per provare a vincerli.
Abbiamo capito cosa dobbiamo fare per vincere. Credo che le partite di Coppa Italia siano paradigmatiche: dobbiamo ricordarle per la vittoria conseguita, ma anche per le buone sensazioni che abbiamo avuto in campo. A Bologna abbiamo elevato il livello fisico, di attenzione: sono cose che dobbiamo tenere presente ai playoff.
Grazie per avermelo detto… Guardo poco le statistiche, ma dopo il brutto infortunio della scorsa estate è una bella scoperta. Sono contento di come ho recuperato e di come sono migliorato nel corso della stagione. Gli alti e bassi ci sono stati, ma era prevedibile: stare tre mesi senza preparazione, solo per far guarire il ginocchio, alla lunga possono farsi sentire. Mi fa molto piacere, significa che il lavoro estivo è servito e che ho lavorato nel modo giusto.
Sicuramente, quando la palla scotta, tanti palloni li ho dovuti forzare e, di conseguenza, la qualità dei tiri non è stata sempre elevatissima. Ma va bene così, il mio ruolo è anche questo, ossia prendere dei tiri che altri non prendono. Spesso mi è capitato di dover fare il tiro della disperazione sulla sirena. Fa tutto parte del gioco, quando sono venuto a Cantù sapevo che il mio ruolo sarebbe stato anche questo.
Quelle cinque sconfitte sono state molto ma molto pesanti per me e per noi. Io leggo poco, ma ci sono state tante critiche, alcune anche al di fuori della normale delusione del tifoso. Ma ho le spalle larghe, so che cosa vuol dire ricevere critiche quando le cose non vanno bene. Sappiamo però qual è il focus: concentrazione, lavoro in palestra, miglioramento e ottenimento del risultato finale. Poi, spesso, i giocatori di punta sono quelli più bersagliati. Ripeto, sono venuto a Cantù con questo ruolo, prendo complimenti e critiche se necessario, e va bene così.
Trieste l’anno scorso ebbe grandi problemi e fu bersagliata da grandi critiche, ma era una squadra di valore e venne fuori alla distanza, una volta risolti i problemi fisici.
È una fase in cui non tutto si resetta. Bisogna portasi dietro le cose positive, si gioca ogni due giorni e spesso vince chi riesce a fare tabula rasa dopo la partita, chi non si fa condizionare dal risultato della partita precedente, dal momento che si gioca ogni 48 ore. Chi riesce a fare tutto questo meglio, ha più chance di vincere.
L.Spo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA