
Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Martedì 24 Giugno 2025
L’incredibile amore tra tifosi e giocatori
Basket Un attaccamento alla squadra di Cantù che rimanda ai tempi eroici, e non solo per le vittorie
cantù
Se, come pare, tre indizi fanno una prova, qui siamo già oltre. Pensate a «quella grande e inaspettata unione di intenti tra squadra e tifosi» tirata in ballo dal presidente Roberto Allievi in questi giorni post promozione in A di Cantù. Non c’è mai stato, negli ultimi anni, un attaccamento del genere ai giocatori. E non solo perché hanno vinto.
In ordine cronologico, i festeggiamenti post trionfo in Coppa Italia. Poi, freschi freschi nella memoria, la celebrazione sul campo, alla sirena finale di gara tre con Rimini, l’appuntamento in piazza a Cantù e il gran finale nella sede degli Eagles, a Cucciago. Quando ormai albeggiava e si vedevano le prime luci del sabato.
Il cuore della piazza
Poi il cuore della città invaso la domenica per la festa di piazza e quindi il gran finale, l’altra sera, alla Festa degli Eagles. Sandro Santoro, general manager dell’Acqua S.Bernardo, addirittura s’è commosso quando ha svelato che, matematicamente e umanamente, sarebbe stato impossibile portare in A tutti i giocatori della rosa. Troppi italiani, al di là del discorso tecnico, rispetto al consentito, in un campionato che può farti tesserare fino a sei stranieri sui dodici in lista.
Ed è partita una sorta di sollevazione di massa, alla sola idea di potersi privare anche solo di uno (ma saranno molti di più) degli eroi della stagione 2024/25. La gente, spontaneamente, s’è stretta attorno ai suoi ragazzi, dal capitano Filippo Baldi Rossi a Matteo Piccoli, passando per Fabio Valentini, Joonas Riisma e Luca Possamai, non escludendo i potenziali confermati (ma niente è scontato) Andrea De Nicolao, Riccardo Moraschini, Leonardo Okeke e Gran Basile.
«Sarà dura salutarti», questo il leit motiv - dal vivo o via social - ai ragazzi della promozione. Matteo Piccoli, poi, ci ha messo il carico, con un post notturno su Facebook che, dopo la festa degli Eagles, ha schienato tutti per i concetti e le parole dedicate ai tifosi e al mondo canturino. E s’è scatenato, come prevedibile, il finimondo, con la gente che - oltre a complimentarsi per il valore dell’uomo - ha fatto scattare la campagna popolare per la conferma del varesino. A furor di popolo.
Una montagna d’affetto
E che dire di “Filotto”? «Un capitano, c’è solo un capitano», il coro fatto partire da sotto palco, a dimostrazione di quanto gli ultimi tre anni abbiano cementato il rapporto con la piazza. Il distacco da Baldi Rossi sembra inevitabile, esigenze probabilmente di entrambe le parti, ma non sarà indolore e spezzerà più di un cuore.
«È la prima volta che ho vinto un campionato e farlo qui a Cantù ha un valore speciale», ha detto Valentini, uno in cima all’hit parade dell’applausometro. E l’idea di separarsi da uno che ci ha messo anima, cuore e tecnica dal primo all’ultimo giorno sta uccidente (a livello morale) in tanti. Tutti sacrificabili o sacrificati sull’altare dei regolamenti di serie A. Per una logica che è tuttavia inevitabile e che si porta tutto il bello e il brutto delle regole non scritte dello sport.
«Per me sarà la settimana più difficile, perché dovrò guardare in faccia i giocatori uno a uno», ha detto Santoro. Pure lui, come la gente che non molla mai, soffrirà. Tanto.
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