Matematici senza frontiere, oltre 70 in progetti di cooperazione

Dal Nepal al Kurdistan , da Cuba al Senegal : sono oltre 70 i matematici italiani impegnati in progetti di cooperazione internazionale nel Sud del mondo , che prevedono esperienze di insegnamento , organizzazione di scuole e conferenze , progetti di scambio e collaborazioni di ricerca con diversi atenei. E' emerso dall’incontro 'Matematica e cooperazione internazionale' organizzato dall'Unione Matematica Italiana in collaborazione con il Dipartimento di Matematica dell’Università di Trento.

"Il tema della cooperazione con il Sud del mondo è un tema centrale oggi, di grande rilevanza sociale, economica e culturale ", afferma Marco Andreatta, presidente Umi. "La matematica , sia nei suoi aspetti di ricerca che in quelli applicati che in quelli della formazione , può e deve svolgere un ruolo primario ". Per questo, prosegue Andreatta, "Umi ha costituito il gruppo di lavoro ' Progetti di cooperazione internazionale con il sud globale ', cui aderiscono numerosi colleghi da tutta Italia". Molti di questi progetti sono condotti in collaborazione con altri enti dedicati come la London Mathematical Society, l’agenzia di cooperazione matematica francese Cimpa, l’istituto Unesco International Center for Theoretical Physics basato a Trieste e i comitati per i Paesi in via di sviluppo della European Mathematical Society e della International Mathematical Union.

C'è per esempio il progetto Naasco , un accordo di cooperazione matematica tra l’Università di Napoli Federico II e l’Addis Ababa University in Etiopia volta a rafforzare scambi di ricerca; c'è poi l'accordo di cooperazione tra l’Università di Lubumbashi (Repubblica Democratica del Congo) e il Politecnico di Torino tramite il progetto Mentoring African Research in Mathematics della London Mathematical Society; poi un progetto su musica e matematica che coinvolge il Politecnico di Torino e i dipartimenti di Scienze Matematiche di Saint Louis e di Dakar in Senegal.

"La matematica costituisce la base di ogni percorso di sviluppo scientifico e tecnologico , e il suo ruolo nel raggiungimento dei Sustainable Development Goals  merita di essere riconosciuto, potenziato e valorizzato", afferma Diletta Martinelli, coordinatrice del gruppo Umi. "Investire energie e risorse nella formazione scientifica di base nel Sud Globale (e in particolare nel continente africano da cui, secondo le proiezioni demografiche, proverranno le giovani generazioni del futuro) non rappresenta soltanto un atto di solidarietà e giustizia sociale, ma anche un impegno imprescindibile per preparare nuovi talenti ad affrontare le sfide di domani".

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