No alla fusione, si dimette l’assessore di Lambrugo

Il caso Pirovano contro l’unione con Lurago: «Ringrazio Mauri che ha capito la mia scelta». Il sindaco: «Accetto con rammarico»

Lambrugo

La strada verso la fusione tra Lambrugo e Lurago d’Erba si fa subito in salita a Lambrugo: l’assessore Barbara Pirovano ha rassegnato le dimissioni. Lascia sia la giunta, presieduta dal sindaco Flavio Mauri, che il consiglio comunale.

E il motivo è proprio la contrarietà alla fusione, che il sindaco Mauri e Davide Colombo, sindaco di Lurago d’Erba, hanno formalmente avviato e che porterà a un referendum popolare la prossima primavera. Che nella piccola Lambrugo (2.500 abitanti) ci fossero malumori e disappunto era stato chiaro fin da quando i rumors, prima ancora delle decisioni formali, parlavano di possibile fusione.

Dibattito acceso

Mentre a Lurago (5.400 abitanti) il clima sembra più sereno, a Lambrugo arriva il primo terremoto. Pirovano ha comunicato al gruppo consiliare (maggioranza unica perché non c’è una minoranza, ndr) di non condividere completamente il progetto di fusione intrapreso; dunque, per una questione di coerenza, ha deciso di fare un passo indietro. Un divorzio nel rispetto delle decisioni della Pirovano e dal sapore consensuale, come sottolineano gli stessi protagonisti: «Ringrazio di cuore il sindaco e tutti i consiglieri per l’esperienza condivisa fino a qui e li ringrazio anche per aver capito questa mia scelta che sicuramente non ho preso a cuor leggero – commenta Pirovano – Purtroppo ho avuto diversi dubbi fin dall’inizio di questo percorso e, pur mettendomi in discussione e confrontandomi con il gruppo, mi trovo oggi a non essere convinta fino in fondo. A questo punto del percorso non mi sembrava dunque corretto continuare a rimanere seduta in consiglio comunale non riuscendo a trovare energie e motivazione per dare il mio apporto a un progetto così importante. È giusto che il resto degli amministratori possano proseguire il loro lavoro sereni e compatti. Questo non significa che mi schiero con chi si è già espresso pubblicamente a favore del no: non ho alcuna correlazione con chi lo ha già fatto e non voglio che il mio nome sia a loro accostato o da loro strumentalizzato in alcun modo».

Alle elezioni 2021 la lista in corsa era sola una: tutti furono eletti e quindi non si potrà nemmeno surrogare.

I consiglieri comunali scendono quindi da 10 a 9. Incassa con rammarico il sindaco, che però prosegue sulla strada tracciata: «Il gruppo si è confrontato lungamente in questi mesi con Barbara Pirovano e ha accettato con rammarico la sua decisione – commenta Mauri - Perdiamo una figura presente e significativa, continueremo negli ambiti che presidiava nel solco da lei tracciato. Ci salutiamo con un abbraccio e la consapevolezza di aver lavorato bene insieme in questi anni».

«Scelta coerente»

Per ora si attende la nomina di un nuovo assessore sulle deleghe della dimissionaria: istruzione, sport e rapporti con le associazioni. L’assessore dimissionario, come ha sottolineato, si distanzia dal fronte del no, che ora però esulta. «Riconosciamo all’assessore Pirovano coerenza nella scelta – commenta l’ex sindaco, Giuseppe Costanzo – Ci aspettiamo la stessa coerenza anche da altri consiglieri: rumors parlano di parecchio malumore interno sulla fusione».

Michele Catalano, presidente dell’associazione “Azione Lambro”, che la scorsa primavera aveva promosso la raccolta firme dei contrari, depositando oltre 400 firme, commenta: «Da mesi si vociferava della contrarietà dell’assessore uscente: finalmente è arriva alla scelta. Prendiamo atto, come diciamo da settimane, che c’è un ampio schieramento, anche di persone eterogenee e non schierate dalla stessa parte, che non vuole questa fusione. Solo il sindaco non riesce a capirlo».

Intanto rumors parlano di un’ulteriore raccolta firme di contrari alla fusione. Clima a dir poco frizzante in paese verso la campagna referendaria.

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