Noemi, investitore ai domiciliari. La mamma: «Non è giusto»

Lurago Marinone Lo sfogo per la giovane di Vertemate travolta a Lurago Marinone: «Lui è a casa, mentre mia figlia è morta. La legge è sbagliata»

Lurago Marinone

«Quanto vale la vita di mia figlia per lo Stato italiano?».

È l’appello che Cristina Bairati, la mamma di Noemi Fiordilino, la studentessa universitaria di 20 anni che ha perso la vita in un tragico incidente in una notte di fine marzo, ha lanciato sui social con un post perché dice «tutti devono sapere».

Mamma Cristina è straziata dal dolore per la perdita della sua dolcissima figlia che voleva laurearsi, lavorare all’estero, amava gli animali e sapeva farsi voler bene da tutti. È disperata ed indignata perché chi ha investito Noemi non è più in carcere, ma da fine giugno la misura cautelare disposta per lui sarebbe quella degli arresti domiciliari in attesa che si celebri il processo entro la fine dell’anno.

Amarezza dopo la tragedia

Mamma Cristina non ha perso però la determinazione per chiedere ogni giorno giustizia per sua figlia. “Una giustizia giusta” che secondo la famiglia e il fidanzato Sameh Youssef che ha assistito impotente alla tragedia non lo è stata finora con Noemi.

«Abbiamo saputo della scarcerazione dopo tre mesi di chi ha travolto Noemi senza fermarsi a soccorrerla, durante una festa di paese in cui è stata ricordata mia figlia. Nessuno ce lo ha comunicato. Anche se non fosse previsto, per le modalità con cui è avvenuto tutto ce lo aspettavamo. All’epoca dei fatti c’era stata una grande risonanza mediatica ora è avvenuto tutto in sordina» lamenta mamma Cristina. Che evidenzia: «Mi chiedo cosa bisogna fare di più grave per restare in carcere? Ha confessato l’omicidio ed è bastato questo perché potesse tornare a casa con i suoi genitori. Nessun volante della Polizia ha accompagnato chi ha tolto la vita a mia figlia. Non c’è un pericolo di reiterazione del reato, ma mia figlia non c’è più e altre persone sono a rischio. Ho paura tutti i giorni, oltre alla disperazione che non mi lascia mai. Noemi che giustizia ha avuto?».

E ancora Cristina Bairati fa notare :«Mentre lui è a casa, mia figlia è in un cuore di legno. Il 17 agosto Noemi avrebbe compiuto 21 anni invece chi ha investito mia figlia il 22 festeggerà il suo compleanno con la famiglia. Non mi interessa se è quello che prevede la legge. Questa legge è sbagliata- evidenzia- Al Gip che si è assunto questa responsabilità chiederò un colloquio. Voglio guardarla negli occhi e farle capire il dolore di una mamma che ha perso la sua figlia adorata». È un fiume in piena mamma Cristina e a fianco a lei ci sono altrettanto combattivi il papà di Noemi, la sorella, il fratello della ragazza e il fidanzato Sameh.

La disperazione

«Non è un omicidio stradale, è un assassinio. Per lo Stato italiano, se togli la vita ad una ragazza di 20 anni facendola volare per 50 metri perché guidi ad alta velocità, ubriaco, con la patente scaduta, se scappi senza prestare soccorso ed una volta beccato simili il furto dell’auto, per lo Stato italiano puoi aspettare il processo agli arresti domiciliari. Puoi stare tranquillo con mamma e papà. Tanto vale la vita di mia figlia per lo Stato italiano. Sono sdegnata e disperata. Trovo questa decisione irrispettosa nei nostri confronti e verso mia figlia. E’ stato assegnato alla memoria di Noemi un riconoscimento dalla Regione Lombardia, il Presidente Attilio Fontana si è reso disponibile per qualsiasi necessità. Chiederò aiuto a lui, ma non nego che a volte faccio brutti pensieri- dice con sconforto- ma ho un marito, due figli e Sami, il fidanzato di Noemi che per me è “un quarto figlio”. Loro mi danno la forza di continuare e di combattere perché la mia bambina abbia giustizia».

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