
Cronaca / Lago e valli
Martedì 09 Settembre 2025
«Pochi volontari, servizi a rischio»: la provocazione del Soccorso
L’associazione di Bellagio alle prese con la mancanza di personale. «Il paese passa da tremila a 15mila abitanti in estate, sempre più difficile garantire i turni»
Bellagio
Appese al tetto della sede dei Volontari del Soccorso di Bellagio, da alcuni giorni sono apparse delle divise con la scritta: «Le divise ci sono, i volontari no».
Una protesta dell’associazione riferita a una problematica ormai conosciuta. Per quanto riguarda la Perla del Lario, infatti, c’è una carenza di volontari per gli interventi, in particolare di emergenza, e di conseguenza anche per quelli secondari, di trasporto per esempio delle persone con disabilità o di anziani verso gli ambulatori per gli esami.
Il rischio è che, in particolare per l’emergenza, i Volontari del Soccorso di Bellagio tornino ad essere presenti “a gettone”, quindi non garantendo la presenza 24 ore su 24 e, conseguentemente, con la necessità di far arrivare le ambulanze da Nesso o da Canzo, con il logico allungamento dei tempi e conseguenti problemi legati alla prontezza degli interventi.
D’altra parte, Bellagio ha una caratteristica abbastanza unica: passa da avere 3.500 abitanti d’inverno ad averne oltre 15mila d’estate, e il gruppo di volontari deve ogni anno intervenire per 600 volte in emergenza, per la gran parte dei casi in estate, quando molti volontari sono impegnati nel turismo.
Natale Gandola, presidente del gruppo dei volontari bellagini, spiega la situazione: «Abbiamo messo queste divise per cercare di sensibilizzare le persone, non solo di Bellagio ma anche dai paesi limitrofi su cui forniamo il servizio: Lezzeno, Oliveto Lario e Civenna. Purtroppo Bellagio ha delle peculiarità uniche per quanto riguarda il volontariato: i residenti sono tremila d’inverno, ma poi dobbiamo affrontarci con tantissimi turisti d’estate e il numero di interventi è di oltre 600 in un anno. Tanti, per una struttura come la nostra, e i volontari latitano, anche in considerazione di quanto poco diano i paesi limitrofi e del lavoro di molti legato al turismo e alla ristorazione. Quindi il rischio è di tornare ad essere attivi a chiamata e non 24 ore su 24, con le ambulanze che arriverebbero da Nesso o da Canzo con tempi molto più lunghi di intervento».
Gandola rilancia: «Ci servirebbero una decina di volontari in più per riuscire a coprire tranquillamente tutti i turni. In questo momento abbiamo sei dipendenti, più uno pagato direttamente dall’associazione, e come volontari una quindicina di persone che hanno logicamente anche altri impegni. Spesso chiediamo a queste persone di fare più turni. Alla fine, sono sempre gli stessi ad essere impegnati. Tra poco inizierà un nuovo corso di volontari, da lunedì 6 ottobre, e si cercano chiaramente persone. Il corso sarà diviso in due parti: trasporto sanitario semplice per 42 ore, in servizio di emergenza urgenza per 42 più 78 ore. Si parte lunedì 6 ottobre alle 21. Chi è interessato può scrivere a: [email protected], oppure telefonare al numero 031.950000».
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