Quegli intrecci tra Cantù e riviera. E pure un souvenir: la Supercoppa

A Rimini nel 2012 contro Siena la Pallacanestro Cantù conquistò il trofeo

Curiosità

Quella ormai imminente sarà la prima sfida in assoluto tra Rimini e Cantù in un contesto playoff. Neppure nel massimo campionato, infatti, romagnoli e brianzoli si sono mai incrociati nella post season.

Anche perché il miglior piazzamento nella storia del club riminese in serie A/A1 è un (unico) 8° posto al termine della regular season nell’annata 1985-86 (e l’Arexons di Carlo Recalcati chiuse seconda). Per inciso, Rimini vanta anche due partecipazioni alla Coppa Korac (1998-1999 e 1999-2000).

In particolare, però, in riva all’Adriatico non potrà mai essere dimenticata la data dell’8 aprile 1984 quando, seguita da ben 18 pullman di tifosi, la Marr (lo storico sponsor) allenata da Piero Pasini vinse a Vigevano ottenendo così la sua prima promozione in A1.

La massima serie l’avrebbe poi frequentata complessivamente per otto campionati (l’ultimo nel 2001).

Ciò detto e premesso, non mancano invece gli intrecci tra biancorossi e biancoblù.

Il primo è legato ad Arnaldo Taurisano. Rimini conquista per la prima volta la promozione in A2 nel 1978 e la società divenuta intanto subito ambiziosa, nel 1979-80 ingaggia come allenatore proprio quel Taurisano, che nel marzo precedente aveva condotto per la terza volta Cantù a vincere la Coppa delle Coppe. Ma l’annata non andò secondo le attese e così il “Tau” (11 vittorie e 15 sconfitte il suo bilancio) venne esonerato nel precampionato successivo nonostante avesse ancora un anno di contratto.

Il tecnico filosofo, tuttavia, non è stato però l’unico coach ad allenare in Brianza e in Romagna. Dopo di lui, infatti, è toccato a “Dado” Lombardi (1986-1987), Piero Bucchi (nel triennio 1996-1999, Franco Ciani (nel 2001-2002) e Giancarlo Sacco (nel 2008-2010).

Parlando, invece, di giocatori il trait d’union è senza dubbio legato al nome del compianto Luciano Vendemini. Nativo dell’immediato entroterra riminese, Cantù lo andò a reclutare appena sedicenne a fine Anni Sessanta credendo molto in lui. Indi lo affidò ai tecnici Bernardis e Taurisano, gli fece riprendere gli studi e lo mandò poi a svezzarsi ad Asti in serie B prima di lanciarlo in serie A.

Più avanti, parliamo dell’ottobre 1998, ecco giungere direttamente in Brianza dalla squadra romagnola il play-guardia Massimiliano Romboli che nel club di provenienza aveva accumulato qualcosa come 233 presenze in sei stagioni.

In particolare, però, c’è un evento che lega Cantù a Rimini e che è relativamente recente. O meglio un luogo e una data che i tifosi di qui portano e porteranno a lungo nel cuore. Eh già, perché il 22 settembre 2012 al “105 Stadium” (dall’agosto 2017 l’impianto poi ribattezzato Rds Stadium) della capitale della riviera romagnola, l’allora Mapooro metteva una volta tanto a tacere la Montepaschi Siena (con il punteggio di 80-73) sollevando al cielo la Supercoppa italiana.

L’ultimo trofeo conseguito dalla Pallacanestro Cantù prima che la bacheca societaria si arricchisse nei mesi scorsi della Coppa Italia di A2

In quell’occasione - alludiamo alla sfida di Rimini - il club brianzolo tornava a mettere le mani sulla Supercoppa a distanza di 9 anni da quanto avvenuto sotto le insegne Oregon Scientific contro la Benetton Treviso nel 2003.

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